13 aprile 2012

Uno studio per il fotovoltaico organico del futuro



(Rinnovabili.it) - Una ricerca sulla “misurazione di efficienza” legata alla cattura biologica dell’energia solare – con questa premessa, uno studio condotto dai ricercatori delle Università di Verona e di Berkeley (pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Nature Chemistry) è riuscito fornire un metodo innovativo che aprirà la strada alla progettazione di sistemi fotovoltaici organici più produttivi in grado di sfruttare al meglio le potenzialità della luce (dalle “alghe ingegnerizzate” ai pannelli FV realizzati nei laboratori di biologia molecolare e nanotecnologie). Grazie a questa ricerca infatti, sarà possibile pensare ad impianti in grado di trasferire l’energia assorbita senza dissiparla in calore grazie ad una “pre-misurazione” in fase di progettazione dell’efficienza che essi avranno nel trasferire la luce assorbita all’elemento che la trasformerà in voltaggio.
In particolare, lo studio dimostra per la prima volta che l’energia solare assorbita si propaga tra le varie “clorofille” legate alla “proteina trimerica LHCII” in modo coerente e che è possibile quantificare questo grado di coerenza usando laser superveloci e trattando i dati con un nuovo sistema di analisi. Con questa ricerca, i pannelli solari di prossima generazione potrebbero abbandonare le classiche celle solari al silicio e basarsi su materiali organici in grado, attraverso la fotosintesi e la creazione di proteine artificiali, di riprodurre il meccanismo attivato in natura dalla luce sulle clorofille.

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