7 aprile 2012

Anche gli eco-pigri troveranno casa



I primi abitanti di Sino-Singapore Tianjin Eco-City, il più grande esperimento vivente di sviluppo urbano, si sono trasferiti nelle loro nuove case lo scorso mese di marzo; al loro arrivo non hanno trovato un agglomerato futuristico che siamo soliti associare all’idea di Greencity, ma una città molto simile alle altre metropoli cinesi. Questa è esattamente la filosofia che gli ideatori del progetto hanno deciso di portare avanti, sviluppando una città reale, work in progress, sede di sperimentazioni pratiche e realizzabili che, dopo essere state testate in questa città, possano trovare applicazione in tutte le altre metropoli cinesi.
Nata nel 2008 dalla collaborazione tra il Governo di Singapore e quello Cinese, Tianjin Eco-City si estende su una superficie di 30 kmq, circa la metà delle dimensioni di Manhattan e una volta completata alle soglie del 2020, ospiterà più di 350.000 abitanti. A differenza di Masdar City, uno degli esempi più evocativi di futuristic eco-city, la città sperimentale cinese non si trova in pieno deserto, ma nel cuore della Tianjin Binhai New Area, una delle regioni con il più alto tasso di crescita della Cina, collocata a soli 150 km da Pechino ed a meno di 40 km  dal centro di Tianjin. Per evitare di occupare terreni potenzialmente utili per l’agricoltura e per iniziare la realizzazione del progetto all’insegna della riqualificazione, le aree elette per costruire Tinajin Eco-City erano prima formate da una landa desolata di salinezone aride e numerosi bacini idrici inquinati, punto di scarico delle industrie della zona. Le premesse erano dunque abbastanza complesse, ma perfettamente assimilabili alla condizione attuale di molte città cinesi, inquinate, prive di verde e densamente popolate.
La città che fa la differenzaMa cosa rende differente il modello cinese dalle altre sperimentazioni urbane di eco città? La spiegazione arriva direttamente da Wang Meng direttore capo del progetto:
“La nostra Eco-città è un esperimento,risolvendo i problemi di Tianjin Eco-city, risolveremo i problemi di numerose altre città cinesi”.Alcune greencity sono troppo idealiste e pretendono troppo dai propri abitanti. Ciò che noi chiediamo ai futuri residenti è semplicemente di gettare i loro rifiuti e di prendere l’autobus!” prosegue Wang Meng, sottolineando un aspetto che differenzia totalmente Tinajin Eco-City da altri esempi simili: i futuri cittadini non dovranno stravolgere il loro stile di vita rendendolo al 100% sostenibile, il loro unico impegno sarà quello di trasformarsi nelle cavie di un esperimento, semplicemente accettando di trasferirsi nella nuova città. Secondo i progettisti infatti, è la tecnologia che deve venire in aiuto ai cittadini sperimentando soluzioni sempre più convincenti, che permettano di raggiungere i livelli di sostenibilità prefissati, senza risultare opprimenti per le persone.
Tianjin Eco-City si propone quindi come esperimento vivente, accogliendo le più disparate proposte provenienti dalle società di tutto il mondo. General Motors si sta servendo di Tianjin per verificare se le auto elettriche senza conducente, possano essere facilmente inserite in un sistem a di traffico normale, risolvendo così uno degli atavici problemi delle metropoli cinesi, che le hanno condotte al collasso inevitabile.
Altri progetti sperimentali prevedono l’installazione di un sistema di illuminazione a basso consumo, progettato da Philips per adattarsi autonomamente al luogo in cui viene inserito. Anche il tema dei rifiuti è oggetto di test, coinvolgendo in questo caso la società svedese Envac, che ha previsto l’inserimento nel sottosuolo di una serie di canali per la raccolta automatizzata dei rifiuti. In un Paese dove il 70% dei fiumi risulta inquinato, non poteva essere trascurato l’aspetto tecnologia di purificazione e raccolta dell’acqua, installando a Tianjin Eco-City, numerosi sistemi filtro per i corsi d’acque e prevedendo per ciascun agglomerato edilizio, l’inserimento di un bacino per la raccolta dell’acqua piovana.
Tutti gli edifici sono alimentati da energia geotermica efotovoltaica, che oltre a minimizzare il loro impatto sulla comunità, consente alla casa di trasformarsi in un elemento autonomo anche nella gestione degli sprechi: sensori alle persiane chiudono ed aprono le finestre a seconda delle esigenze microclimatiche interne, orientando i brise soleil in base all’inclinazione dei raggi solari.
Per il momento solo 60 famiglie si sono trasferite nel nuovo agglomerato, ma entro gli inizi del 2013 gli amministratori del progetto prevedono di
Le previsioni di spesa per il completamento della greencity, stimano che nei prossimi decenni i rispettivi Governi di Singapore e Cina, stanzieranno una cifra molto vicina 25 mld di sterline, da sommare agli investimenti delle numerose società che interverranno al progetto.

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