30 aprile 2012

Il Sole protagonista europeo: tornano i Solar Days 2012



Si apre oggi la 5° edizione degliEuropean Solar Days 2012, la più importante campagna informativa nazionale ed europea, sull’energia solare coordinata da Ambiente Italia e Legambiente con il supporto di Assolterm, Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, GIFI, Kyoto Club, Qualenergia e Solarexpo e finanziata dal programma europeo ”Intelligent Energy Europe”.
Fino al 13 maggio l’Italia, accanto ad altri 17 Paesi europei, si dedicherà alla promozione ed alla diffusione delle informazione sulle fonti energetiche solari valorizzando le buone pratiche ed i risultati fino ad oggi raggiunti in questo importante settore, dai numerosi protagonisti coinvolti.
Aziende del settore, amministrazioni locali, scuole, università, associazioni ambientaliste, ordini professionali, comitati locali, singoli cittadini, saranno tutti coinvolti nella promozione di iniziative “green” dedicate all’energia solare, come diretti organizzatori di un evento o semplicemente quali visitatori degli innumerevoli progetti proposti e sparsi lungo la nostra penisola: piazze tematiche, laboratori sperimentali, workshop per apprendere il funzionamento delle tecnologie, infopoint per l’accesso agli incentivi, fino ad arrivare ai giochi solari dedicati ai più piccoli, per promuovere uno stile di vita ad emissioni zero.
Due settimane di attività intense a caratteri internazionale che sfoceranno nell’attesa tavola rotonda prevista per il 10 maggio a Bruxelles, che cercherà di far luce sull’attuale tema dell’Energy Roadmap 2050, analizzato dal punto di vista dei cittadini, dei Governi e delle stesse aziende produttrici. Oltre ai rappresentanti della Commissione Europea, alla conferenza potranno prendere parte anche i rispettivi delegati delle singole Nazioni, che avranno l’opportunità di mostrare i successi raggiunti fino ad oggi e gli impegni presi per il futuro.
Oltre 1.000 le iniziative proposte e circa 300.000 i visitatori che hanno preso parte alla scorsa edizione degli European Solar Days  solo nel nostro Paese, trasformandosi in un importante momento di confronto e dialogo tra cittadini ed istituzioni. Tutte le Regioni saranno coinvolte grazie anche alle attività promosse dagli Istituti, dalle organizzazioni e dalle stesse aziende, quotidianamente impegnate nella diffusione della cososcenza sulle energie pulite e sul consumo responsabile.
La lista completa degli eventi nazionali è consultabile direttamente all’indirizzo: www.eusd.it

29 aprile 2012

A Schio il più grande Ecovillaggio in paglia


(Rinnovabili.it) – Tra qualche mese partirà la costruzione di un nuovo interessante progetto sulle colline di Vicenza, il più grande eco-villaggio sperimentale d’Italia costruito solo con l’utilizzo di materiali naturali come la paglia ed il legno e destinato ad essere abitato da una comunità altrettanto sostenibile. Ci troviamo a San Rocco del Tretto, a Schio, dove su un’area di oltre un ettaro sorgeranno una quindicina tra appartamenti e case, costruite in bioedilizia e progettate anche grazie alla supervisione dell’architetto svizzero Werner Schmidt, esperto del settore.
Il nuovo Ecovillaggio, promosso dall’associazione San Rocco Community, sarà alimentato esclusivamente da energia pulita, fotovoltaicomini eolico solare termico, inoltre sarà dotato di un sistema per il recupero dell’acqua piovana e di un sistema di fitodepurazione per il trattamento delle acque grigie. Abitazioni private e spazi pubblici, caratterizzeranno l’ecovillaggio, trasformandolo a tutti gli effetti in una comunità abitabile, dotata di tutti i servizi.
Per minimizzare l’impatto sul contesto, gli abitanti avranno a disposizione una vasta area per la coltivazione di un orto biodinamico, arrivando così a ridurre anche le emissioni nocive dovute al trasporto dei beni di prima necessità. Ma la caratteristica più interessante è sicuramente la componente edilizia.
Solo materiali naturali saranno utilizzati per la costruzione delle abitazioni: elementi in legno certificato serviranno per le strutture portanti, la paglia farà da riempitivo delle pareti perimetrali conferendo, assieme alla lana inserita nei solai, un valore prestazionale sette volte superiore alle costruzioni tradizionali in mattone. Antisismiche, ecosostenibili, traspiranti ed altamente isolanti, le case del nuovo Ecovillaggio saranno anche ignifughe, grazie alla terra cruda utilizzata come rivestimento esterno e come intonaco, abbattendo così l’impatto della costruzione sull’ambiente e fornendo nello stesso tempo, un’abitazione in classe A ai futuri abitanti.
La costruzione dovrebbe iniziare nell’estate del 2012, per terminare in poco meno di un anno e dare il via alla sperimentazione sostenibile dell’Ecovillaggio.

28 aprile 2012

CONAI: in Italia si recuperano 3 imballaggi su 4



(Rinnovabili.it) – Il CONAI, Consorzio nazionale Imballaggi, ha confermato nuovamente il proprio ruolo nel determinare i successi registrati dal comparto che gestisce il recupero e il riciclo degli imballaggi di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro. Un 2011, quello evidenziato dal Consorzio, che segna nuovi record. Dal 1998 ad oggi infatti il recupero delle confezioni è aumentato del 140% passando da un imballaggio recuperato ogni tre a 3 imballaggi su quattro.
A testimoniare il successo delle attività la relazione sulla gestione il bilancio di CONAI, approvati dall’Assemblea dei Consorziati, che assicura un recupero complessivo degli imballaggi che ha raggiunto il 74,8%, ovvero 8,58 milioni di tonnellate recuperate su un totale di 11,47 milioni di tonnellate immesse al consumo.
Ma le buone pratiche si sono diffuse nella penisola anche grazie alle convenzioni sulla raccolta differenziata previste dall’Accordo quadro ANCI-CONAI, nel 2011 sono 7.267 i Comuni serviti, con un coinvolgimento di oltre 57 milioni di cittadini, pari al 96% della popolazione. Gli accordi hanno portato ad un incremento dei materiali di imballaggio conferiti in convenzione pari al 9,2% nel Centro Italia e del 4,8% al Sud mentre l’incremento medio nazionale della raccolta in convenzione è stato invece dell’1,6%.
L’Assemblea generale per l’approvazione del bilancio 2011 è stata l’occasione – ha affermato Roberto De Santis, Presidente del Consorzio – per fare il punto sui risultati raggiunti e per riaffermare la continuità dell’impegno di CONAI: se nel 2011 i risultati di riciclo raggiunti sono stati i migliori di sempre, per quanto riguarda il futuro il Sistema Consortile sarà sempre più impegnato  nella promozione della qualità della raccolta differenziata, mezzo per raggiungere il fine ultimo, cioè il riciclo. Analogamente saranno ulteriormente potenziate le attività di prevenzione dell’impatto ambientale degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.Nel più lungo termine ci saranno da affrontare le nuove sfide previste dalla Direttiva europea sui rifiuti del 2008 che fissa, in particolare, gli obiettivi di riciclo dei materiali al 2020. Il sistema di gestione degli imballaggi, realizzato in Italia, può rappresentare, per questi fini, un utile modello di riferimento”.
A testimoniare il successo delle attività la relazione sulla gestione il bilancio di CONAI, approvati dall’Assemblea dei Consorziati, che assicura un recupero complessivo degli imballaggi che ha raggiunto il 74,8%, ovvero 8,58 milioni di tonnellate recuperate su un totale di 11,47 milioni di tonnellate immesse al consumo.Ma le buone pratiche si sono diffuse nella penisola anche grazie alle convenzioni sulla raccolta differenziata previste dall’Accordo quadro ANCI-CONAI, nel 2011 sono 7.267 i Comuni serviti, con un coinvolgimento di oltre 57 milioni di cittadini, pari al 96% della popolazione. Gli accordi hanno portato ad un incremento dei materiali di imballaggio conferiti in convenzione pari al 9,2% nel Centro Italia e del 4,8% al Sud mentre l’incremento medio nazionale della raccolta in convenzione è stato invece dell’1,6%.L’Assemblea generale per l’approvazione del bilancio 2011 è stata l’occasione – ha affermato Roberto De Santis, Presidente del Consorzio – per fare il punto sui risultati raggiunti e per riaffermare la continuità dell’impegno di CONAI: se nel 2011 i risultati di riciclo raggiunti sono stati i migliori di sempre, per quanto riguarda il futuro il Sistema Consortile sarà sempre più impegnato  nella promozione della qualità della raccolta differenziata, mezzo per raggiungere il fine ultimo, cioè il riciclo. Analogamente saranno ulteriormente potenziate le attività di prevenzione dell’impatto ambientale degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.Nel più lungo termine ci saranno da affrontare le nuove sfide previste dalla Direttiva europea sui rifiuti del 2008 che fissa, in particolare, gli obiettivi di riciclo dei materiali al 2020. Il sistema di gestione degli imballaggi, realizzato in Italia, può rappresentare, per questi fini, un utile modello di riferimento”.

Al via la costruzione della “Cattedrale di cartone”


(Rinnovabili.it) -  Dopo  quasi un anno dalla sua presentazione la Transitional Cathedral” progettata dall’architetto giapponese Shigeru Banper Christchurch in Nuova Zelanda ha finalmente ricevuto il via libera per la costruzione. Ciò che rende speciale la nuova cattedrale è il materiale costruttivo con cui verrà costruita: cartone. Dopo il devastante terremoto che lo scorso anno danneggiò numerose costruzioni della Nuova Zelanda, tra le quali la precedente cattedrale del 19°, le autorità locali decisero di rivolgersi ad uno dei massimi esponenti di costruzioni temporanee, l’architetto giapponese Shigeru Ban, già autore di diversi esempi di architetture destinate a zone colpite da catastrofi naturali, per tentare di restituire nel minor tempo possibile una parvenza di normalità agli abitanti della zona.
Il progetto proposto dall’architetto giapponese Shigeru Ban consiste in una cattedrale interamente costruita in cartone, in grado di ospitare fino a 700 parrocchiani che si innalzerà per 24 metri di altezza grazie ad una struttura interna in acciaio e legno, completata da una serie di tubi di cartone compresso che ne caratterizzeranno anche la copertura.

Un materiale leggero e facilmente assemblabile, nonchè perfettamente riciclabile qual’ora la costruzione dovesse essere smontata, inoltre, nonostante ciò che si potrebbe pensare, la “Cattedrale di Cartone” potrebbe resistere per oltre 20 anni semplicemente mediante una tradizionale manutenzione.
La Cattedrale di Christchurch è solo  uno dei numerosi interventi dell’architetto giapponese, che attraverso la sua grande abilità nell’utilizzare il cartone compresso come materiale da costruzione, è stato in grado di intervenire in tempo reale fornendo alloggi temporanei, anche nel recente terremoto che ha colpito il Giappone, assicurando agli sfollati un’abitazione che nonostante la temporaneità, rispetta standard edilizi assolutamente qualitativi, molto distanti dai freddi container che tristemente caratterizzano le zone abitate post-terremoto.

Le centrali idroelettriche dei ghiacciai norvegesi



(Rinnovabili.it) – Architettura, energia pulita ed educazione alla sostenibilià, unite in un unico progetto realizzato dagli architetti scandinavi di Stein Hamre Arkitektkontor As per la costruzione di due importanti centrali idroelettriche a Helgeland in Norvegia. L’esigenza del committente, la società Helgelands Kraft As uno dei principali produttori di energia idroelettrica, era quella di costruire due strutture perfettamente integrate nel contesto, che oltre a generare energia pulita avrebbero dovuto accogliere eventuali visitatori ed istruirli sulle potenzialità dell’energia pulita nel rispetto dell’ambiente.
Anche se il compito assegnato era tutt’altro che semplice, gli architetti incaricati hanno elaborato il progetto per due centrali di medie dimensioni, in grado di generare circa 30 GWh di energia, destinata a soddisfare le esigenze di oltre 1.600 unità abitative. Destinate ad essere costruite in un’area incontaminati, immerse nello splendido paesaggio scandinavo, i progettisti hanno deciso di realizzare due edifici verticali che ricordino nella forma e nei materiali l’ambiente circostante, utilizzando come rivestimento spunti di roccia irregolari.
Essendo un simbolo della produzione energetica pulita, le due centrali saranno illuminate esclusivamente da punti luce a basso consumo trasformando le due centrali elettriche, costruzioni generalmente poco interessanti sotto il profilo architettonico, in due esempi di eccellenza ed innovazione, dove i visitatori potranno apprendere direttamente il funzionamento della centrale, in un contesto naturalistico unico al mondo.

25 aprile 2012

A Londra, i bus risparmiano con il volano ‘fuel-saving’ della F1



(Rinnovabili.it) – Sembra che la Formula 1 sia recentemente entrata nella pole position del risparmio energetico grazie ad uno speciale volano ‘fuel-saving’ che, montato su sei prototipi di autobus a Londra, sarà in grado di ridurre del 30% il loro consumo di carburante giornaliero. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Guardian, la “Go-ahead”, (uno dei più grandi operatori di autobus del Regno Unito), prenderà in dotazione la nuova tecnologia sviluppata dalla Williams, istallando, dopo i 6 bus ibridi, il nuovo volano F1 su tutta la sua “flotta” costituita da oltre 4.000 autobus.
Secondo Phil Margrave, Direttore del gruppo ingegneristico della Go-Ahead – un simile investimento potrebbe “ripagarsi nel giro di cinque anni, agli attuali prezzi di carburante”. Se il risparmio potrà essere dimostrato entro cinque anni – prosegue Margrave – potremmo anche scegliere di installare i volani sugli autobus che hanno già 10 anni”. “Il risparmio di carburante previsto – conclude – è interessante anche a stime più basse di circa il 10%-15% e comunque in tre mesi circa sapremo se questa tecnologia a basso consumo di carburante è giusta per noi.” La tecnologia della Williams F1 fu inizialmente progettata come equipaggiamento delle auto da corsa e successivamente abbandonata a causa di un cambiamento nel regolamento del Grand Prix. Ora la Go-aheadprevede di testarla entro la fine dell’anno nella zona di Putney, a sud-ovest di Londra.

CiMO rinnova l’impegno per la sostenibilità



(Rinnovabili.it) – Dopo il viaggio in auto elettrica per sensibilizzare il paese ad approcciare con maggiore disinvoltura alla e-mobility, Corrente in Movimento (CiMO) ha deciso di promuovere lo sviluppo sostenibile attraverso un nuovo progetto. Si susseguiranno in giro per la penisola incontri e convegni che chiariranno le condizioni dell’innovazione nel nostro paese. Si parte dalla smart cities, protagoniste dell’evento programmato per il 2 maggio a Genova.
Memori del successo dell’edizione 2011 CiMO ripropone il “Ciclo di Convegni e Seminari sul Patto dei Sindaci” che dopo l’incontro di Genova si sposterà a Napoli (11 maggio), Venezia (18 maggio) e Roma (25 maggio). Dopo Roma quindi i convegni del patto dei sindaci attraverseranno Calabria, Sicilia, Veneto e Friuli Venezia Giulia mentre “Corrente in Movimento” si riaffaccerà a settembre con la seconda parte del progetto portando nelle piazze il “villaggio dell’innovazione”, per far confluire e conoscere nuovi progetti e pratiche di efficienza energetica.
Nel nostro paese sono al momento 1.800 i Comuni ad aver aderito al Patto dei Sindaci, iniziativa che, coordinata dal Minambiente, dal 2008 si propone di dare un aiuto concreto alle realtà che vogliono contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi europei fissati dal pacchetto 20-20-20. Per far questo 350 di questi Comuni hanno redatto e sottoscritto il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES).
Attraverso il ciclo di convegni continuerà quindi la promozione del Patto dei Sindaci per far aderire un numero sempre maggiore di realtà. Tra gli strumenti di promozione il Fondo rotativo Kyoto, lanciato nel mese di marzo a supporto della diffusione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.

V Conto Energia: la proposta congiunta delle associazioni



(Rinnovabili.it) – Sostenibilità del settore, salvaguardia degli investimenti in corso, promozione dell’industria e dell’occupazione del nostro Paese. È questo quello che alcune delle associazioni che in Italia rappresentano il fotovoltaico vorrebbero vedere ripristinato nel testo del V Conto Energia, una revisione dei contenuti per la quale, a detta loro, risulta necessario l’intervento delle Regioni. La proposta sottoscritta congiuntamente da APER, ASSOSOLARE, IFI e AES, infatti, è stata presentata questa mattina nell’ambito di un incontro con gli organi tecnici della Conferenza delle Regioni, i “soggetti” che avranno l’ultima parola sulla schema del decreto di prossima emanazione.
Nel ribadire i benefici che il settore ha apportato al sistema Italia negli ultimi anni, le associazioni hanno raccolto, coordinato e sintetizzato le varie posizioni per arrivare a condividere una lista di 8 punti prioritari e urgenti per lo sviluppo del fotovoltaico nel nostro Paese, di seguito riportata:
  1. Mantenimento del Tetto di spesa a 7 miliardi di euro:
  2.  un target d’incentivazione residua a 500 milioni di euro, come prevista dall’attuale schema di Decreto, non sarà in grado di far transitare le imprese del settore verso l’uscita del sistema di supporto vigente, in vista del raggiungimento della Grid Parity;
  1. Registro:
  2.  limitare l’introduzione del meccanismo del Registro agli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 KWp, non appesantendo ulteriormente la burocrazia per gli operatori e gli utenti ma, in egual modo, contrastando eventuali fenomeni di tipo speculativo legati alla realizzazione di impianti di taglia superiore;
  1. Premialità:
  2.  ripristinare il premio per l’utilizzo di componentistica Made in Europe, quello sullo smaltimento dell’amianto, quello sull’efficienza energetica e l’innovazione, volti a promuovere in modo virtuoso lo sviluppo della filiera produttiva nazionale ed europea, la salvaguardia ambientale e gli investimenti;
  1. Data di entrata in vigore:
  2.  si chiede un periodo transitorio di tre mesi dalla data di raggiungimento dei 6 Miliardi di €, al fine di lasciare al mercato e agli organizzatori di tutelare gli investimenti in corso;
  1. Retroattività e tutela degli investimenti:
  2.  non consentire provvedimenti retroattivi sulle realizzazioni già effettuate, introducendo una “Norma di Salvaguardia” che garantisca la tariffa del IV Conto Energia erogata per gennaio 2013, a condizione che tali impianti entrino in esercizio entro la data di entrata in vigore del V Conto Energia;
  1. Tariffe:
  2.  vista la drastica e repentina riduzione delle tariffe presenti nel V Conto Energia e la trasformazione delle stesse in omnicomprensive, prevedere una rivalutazione inflattiva sulla quota parte della tariffa omnicomprensiva, pari alla quota “energia”;
  1. Sistema innovativo di sostegno al mercato in grid parity tramite il meccanismo dello scambio sul posto:
  2.  il V Conto Energia prevede che le tariffe incentivanti siano alternative al meccanismo dello scambio sul posto, si suggerisce quindi di estendere la disciplina dello scambio sul posto anche per impianti di potenza superiore a 200 kWp. L’innalzamento del valore di potenza per l’accesso al meccanismo dello scambio sul posto aprirebbe la strada alle prime applicazioni del fotovoltaico in grid parity, senza incidenza di costo alcuno per la collettività;
  1. Bonus fiscale sugli utili reinvestiti in impianti fotovoltaici con tecnologia italiana:
  2.  introduzione cioè di un sistema che, tramite la detassazione dell’utile realizzato dai titolari di impianti ammessi ai conti energia precedenti, consenta a tali soggetti di “autofinanziare” la realizzazione di nuovi impianti, impiegando il risparmio d’imposta di cui essi beneficiano nell’ambito della realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, realizzati con componentistica e tecnologia nazionale.

23 aprile 2012

FER e agricoltura: al via il progetto FederBio-CIRPS


(Rinnovabili.it) – Quali sono i consumi energetici dell’agricoltura biologica e quali le fonti energetiche rinnovabili in essa impiegate? A rispondere a questi interrogativi ci penserà il protocollo di intesa firmato questa mattina tra FederBio e il Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile (CIRPS) dell’Università La Sapienza di Roma, un accordo grazie al quale saranno avviate importanti attività di ricerca e di analisi sul settore. Nell’ottica di promuovere l’uso delle energie rinnovabili in agricoltura, il progetto mira ad individuare possibili strategie per abbattere i costi e le emissioni legati ai consumi energetici del settore. Partendo dalla sensibilizzazione degli operatori, infatti, i referenti del progetto sono convinti che si possa incoraggiare l’adozione di atteggiamenti consapevoli che possono risultare fondamentali per il miglioramento della qualità ambientale e della vita dei cittadini. Nella macro cornice dello sviluppo sostenibile, le attività che saranno intraprese porteranno poi all’adozione di un programma di interventi che andranno ad attuare la normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia. Grazie a un programma articolato che avrà tutto il sostegno strutturale del CIRPS, il rapporto di collaborazione porterà al raggiungimento di importanti progressi nell’ottimizzazione energetica e nelle politiche che faranno del biologico un settore sostenibile.

Lunga vita alla ricarica dell’e-car



(Rinnovabili.it) – Come si convincono i consumatori ad abbandonare la tradizionale alimentazione a benzina a favore di una mobilità full-electric? Innanzitutto realizzando batterie che diano il meglio di sé in termini di capacità e durata. A questo scopo sta lavorando dal 2009 IBM grazie al progetto Battery 500 (dove la cifra sta ad indicare le miglia) il cui obiettivo è quello di mettere a punto accumulatori al litio capaci di un’autonomia di 800 km, ovvero 500 miglia. All’iniziativa si sono aggiunti ora due importanti partner dell’industria chimica, le nipponiche Asahi Kasei e Central Glass. Come nuovi membri del team le due società permetteranno di ampliare il campo di applicazione del progetto, permettendo di impiegare la loro rispettiva esperienza nell’applicazione dell’innovativa tecnologia a membrana e nella creazione di una nuova classe di elettroliti e di additivi ad alte prestazioni, appositamente progettati per migliorare le batterie al litio-aria. Quest’ultime hanno infatti una densità di energia superiore a quella agli ioni di litio, a causa di catodi più leggeri e per il fatto che il loro principale “carburante” è l’ossigeno prontamente disponibile nell’atmosfera. Per incrementare la diffusione delle auto elettriche, è necessaria una densità di energia dieci volte superiore a quella dei convenzionali dispositivi al litio, e i nuovi partner del progetto hanno tutte le carte in regole per portare la tecnologia in questione verso questo obiettivo.
“Dobbiamo ancora determinare le specifiche del loro funzionamento, ma il concetto di fondo è quello di sfruttare l’aria invece che gli ossidi pesanti come fonte di ossigeno”, ha spiegato Winfried Wilcke, progettista del team di Battery 500. “Senza far ricorso a metalli pesanti, le batterie potrebbero essere più leggere ed efficienti dei modelli attualmente in uso, il migliore dei quali vanta un’autonomia di 160 chilometri prima di necessitare di una ricarica”.

L’Italia sempre più vicina a Kyoto



(Rinnovabili.it) – Seguendo quanto richiesto dalla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC) e dal Protocollo di Kyoto l’ISPRA, Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, ha presentato alla Commissione europea l’Inventario Nazionale delle emissioni di gas serra (serie storica 1990-2010). Nel documento l’analisi delle emissioni, che nel 2010 hanno registrato un aumento del 2% rispetto al 2009, inferiore del 3,5% rispetto ai valori registrati nel 1990, anno base del Protocollo.
Da qui la consapevolezza che la riduzione delle emissioni riscontrata nel 2009 sia da collegare ad una crisi economica e della produzione industriale che, ripresa parzialmente nel 2010, ha portato ad una crescita delle emissioni inquinanti. Insieme alla produzione industriale, infatti, sono cresciuti i consumi, ma di pari passo è andata affermandosi la fiducia nelle fonti di enenrgia rinnovabili, che si sono diffuse portando ad un sostanziale incremento dell’efficienza energetica.  Tra il 1990 e il 2010, infatti, le emissioni dei gas serra sono passate da 519 a 501 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, riduzione dovuta al calo delle emissioni di anidride carbonica, che normalmente equivalgono all’85% del totale e che nel 2010 sono risultate inferiori ai valori del 1990 del 2,1%. Cambiano le percentuali per gli altri gas climalteranti: le emissioni di metano (CH4) e di protossido di azoto (N2O) sono rispettivamente pari a circa il 7,5% e il 5,4% del totale e in calo del 14,1% e del 27,2%. Gli altri gas serra, invece, pesano in minima parte sul totale: HFC, PFC e SFvariano tra lo 0,1% e l’1,7% con una crescita notevole degli HFC.
Tra i maggiori responsabili del rilascio di emissioni inquinanti i settori legati alle industrie energetiche e i trasporti, che insieme rappresentano più della metà delle emissioni nazionali di gas ad effetto serra.
In fatto di obiettivi stabiliti all’interno del protocollo di Kyoto l’Italia non appare poi molto distante dal raggiungimento dei propri e un sostanziale aiuto verrà dal computo delle dei crediti derivanti dagli assorbimenti forestali, pari a 10-15 milioni di tonnellate annue, secondo quanto previsto dal Protocollo.

21 aprile 2012

Diamo inizio all’Earth Day!


E’ tutto pronto per la Giornata Mondiale della Terra! Via quindi alle manifestazioni che in giro per il globo sono state organizzate per celebrare il nostro pianeta.L’evento, nato da un’idea del senatore democratico Gaylord Nelson e concretizzato dalle Nazioni Unite nel 1970 per ricordare l’importanza della natura, dei suoi equilibri e di tutte le creature che vi abitano, cade ormai da oltre 40 anni ogni 22 aprile e pone al centro degli eventi l’importanza della conservazione delle risorse naturali come elemento fondamentale per la sopravvivenza delle specie e come fulcro dello sviluppo delle popolazioni.Avvenimento annuale che molti sfruttano per organizzare e partecipare ad incontri che, sensibilizzando opinione pubblica, cittadini e istituzioni, possano destare l’attenzione della popolazione e spingerla ad intraprendere tantepiccole azioni quotidiane che possono fare la differenza.Per questa edizione 2012 l’obiettivo della Giornata della Terra è “Mobilitare il Pianeta”. Partner italiano dell’iniziativa mondiale il movimento Decrescita Felice sta raccogliendo ogni iniziativa che i privati o gli enti pubblici vogliano condividere sul portale. Per evidenziare l’impegno Decrescita quest’anno ha deciso di inviare una lettera al Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, per raccontare cosa si sta facendo per la manifestazione 2012 e in quali condizioni versi la nostra penisola. Sistemi industriali ancora troppo impattanti stanno infatti mettendo in pericolo l’Italia, che dovrebbe puntare su energie alternative, veicoli a basso consumo e stili di vita più rispettosi. Nella missiva inoltre la richiesta di un impegno ancora maggiore per la salvaguardia della nazione, che domenica 22 aprile, da nord a sud dimostrerà con eventi di diversi natura l’interesse per la Terra che ci ospita.Dal comune di Olbia (Sardegna) che aderisce alla Giornata della Terra invitando la popolazione a contribuire alla pulizia di un tratto di spiaggia dai rifiuti per far capire che l’intervento di ogni singolo individuo è fondamentale per ottenere un risultato soddisfacente, che faccia veramente la differenza. Importante anche l’impegno delComune di Cesena dove risparmio energetico, mobilità sostenibile ed efficienza faranno da filo conduttore alla giornata. Un impegno però che non si esaurusce nelle 24 ore ma che  va avanti dal 16 aprile,  una sorta diSettimana della Terra, quindi, durante la quale le Azioni del Buon Senso si stanno susseguendo per contribuire all’obiettivo che mira a raggiungere un miliardo di buone azioni prima del summit Onu che si svolegerà a Rio de Janiero a giugno.Uno degli eventi di maggiore impatto sociale ma minimo ambientale, si svolgerà a Napoli, alla presenza del Ministro dell’Ambiente, che assisterà al concerto ad impatto zero che si terrà al Palapartenope dove i 26mila chilogrammi di anidride carbonica emessa verranno compensati con l’acquisto di crediti di carbonio. Presentato da Serena Dandini ed evento di spicco della Giornata, potrà essere seguito in streaming, in modo da ridurre ulteriormente le eventuali emissioni generate dagli spostamenti per raggiungere il palazzetto. La scelta di Napoli rappresenta “un importante riconoscimento per questi primi mesi di attività della giunta De Magistris che sta dando segnali forti nelle direzione della sostenibilità - spiega Tommaso Sodano, vice sindaco di Napoli e assessore all’Ambiente – dall’ordinanza sindacale che vieta i monouso nei bar e nei locali alle zone chiuse al traffico, le piste ciclabili, le scuole ‘solarizzate’ e la raccolta porta a porta che già oggi raggiunge 250.000 cittadini e che, entro fine anno, ne coinvolgerà complessivamente 470.000″.Anche Roma, partecipando con diversi eventi, darà spazio ad un flashmob di meditazione che avrà luogo a Piazza Navona alle 18, trenta minuti di concentrazione e di pensieri rivolti alla natura e all’importanza di muoversi in armonia con gli equilibri che ci circondano. Interessante anche l’appuntamento “Tutti noi per il Tevere”promosso da associazione Noi x Roma, Marevivo, Corpo Forestale dello Stato, Ente Roma Natura che avrà inizio alle 10 presso la sede nazionale dell’Associazione Marevivo (Lungotevere Arnaldo da Brescia – Scalo de Pinedo) per ricordare il ruolo fondamentale dei corsi d’acqua partendo proprio dal fiume simbolo della Città Eterna, il Tevere. Aiutare a ripulire le sponde e gli argini del fiume per poi attendere, tutti insieme, l’arrivo delle ampolle contenenti le acque dei maggiori corsi d’acqua italiani nel corso della Cerimonia dell’Acqua.

Città del Messico: l’impegno green vale 15mila mq di moduli pv



(Rinnovabili.it) – Fino ad oggi il contributo della capitale del Messico all’incremento delle rinnovabili si è tradotto nell’istallazione di 15mila metri quadrati di moduli fotovoltaici. Città del Messico, in questo modo, sta cercando di promuovere al meglio la diffusione dell’energia a basso impatto ambientale nella speranza di far crescere le attività del Laboratorio dell’Illuminazione, primo edificio del governo energeticamente autosufficiente stando a quanto annunciato dal capo del Distretto Federale Marcelo Ebrard.
Al momento la struttura si serve di ben 136 moduli che sopperiscono alle necessità energetiche riducendo il consumo e l’impiego di combustibili fossili inquinanti, strettamente correlati all’aumento delle emissioni climalteranti. “Vogliamo che le nostre figlie e figli abbiano una città migliore rispetto a quella che abbiamo ricevuto noi come generazione, e allora dobbiamo ridurre il consumo energetico per far sì che le emissioni in atmosfera diminuiscano”, ha detto Ebrard.  Unico nel suo genere in America Latina, il Laboratorio effettua test su apparecchiature di illuminazione di qualità per passare poi all’istallazione pubblica per garantirne la resistenza al calore, al vento, alla polvere, alla pioggia, agli sbalzi di tensione e anche a fenomeni naturali come le vibrazioni causate dai terremoti.

Eclissi solare, uno spettacolo che merita l’eco-diretta



(Rinnovabili.it) – Come si fa a far conoscere l’efficacia della propria tecnologia rinnovabile al più ampio numero possibile di persone, raggiungendo anche chi con ha alcuna competenza in materia? Semplice, realizzando un evento streaming su uno dei più rari fenomeni naturali grazie al supporto delle energie pulite. E’ il caso della nipponica Panasonic che ha organizzato per il prossimo 21 maggio una diretta dal monte Fuji della spettacolare eclissi solare anulare prevista per quel giorno.L’azienda utilizzerà l’evento per pubblicizzare i suoi moduli fotovoltaici e le proprie centraline portatili a batterie ricaricabili che serviranno, nell’occasione, a fornire l’elettricità necessaria allo streaming. Panasonic ha infatti annunciato che tutte le videocamere, PC e altre attrezzature utilizzate per la trasmissione saranno alimentate dall’energia solare,  catturata dai moduli nei giorni precedenti e poi stoccata nelle batterie. Per realizzare l’impresa è stata formata una squadra composta da guide alpine – il monte è ancora coperto da neve e ghiaccio – ingegneri, e alcuni partecipanti scelti tra il pubblico. E per chi non fosse tra i pochi fortunati a potersi godere lo spettacolo dal vivo, la società ha creato un sito web per promuovere il progetto ed un canale su YouTube dove poter assistere allo spettacolo.

EcoGeneration: Legambiente premia la scuola sostenibile



(Rinnovabili.it) – Si è concluso dopo tre anni di intense attività il progetto Eco Generation, la scuola amica del clima” promosso da Legambiente ed Edison e che ha coinvolto 10 scuole italiane nella realizzazione di un percorso di sostenibilità per promuovere la trasformazione “green” degli istituti scolastici italiani, partendo dagli edifici, per arrivare alle buone pratiche di chi l’edificio lo vive quotidianamente.
I risultati del progetto sono stati presentati questa mattina a Roma presso l’Aula del Senato della Repubblica dai responsabili nazionali di Legambiente ed Edison, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini,del senatore della Commissione Ambiente, Territorio e Beni Ambientali del Senato Francesco Ferrante e dei rappresentanti del MIUR.
Il progetto è nato dal desiderio congiunto di Legambiente e Edison di riqualificare l’edilizia scolastica italiana, un argomento caro all’associazione ambientalista che nello stesso Rapporto “Ecosistema scuola” ne ha evidenziato le preoccupanti carenze, sottolineato che oltre il 60% delle nostre strutture sono obsolete ed inadeguate, essendo state costruite prima del 1974. Secondo i dati raccolti nei tre anni di sviluppo del progettoEco Generation, è sul fronte energetico che si deve intervenire, migliorando prima di tutto, le azioni di risparmio.
“La riqualificazione dell’edilizia scolastica italiana rappresenta una delle sfide più grandi per il nostro Paese – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Stefano Ciafani – e partire da quella energetica può portare innumerevoli benefici sia in termini economici che ambientali. Riducendo consumi e sprechi, infatti, è possibile per le scuole risparmiare fin da subito molte risorse che possono essere reinvestite in interventi di ammodernamento o messa a norma. La scuola è poi – ha aggiunto il vice presidente di Legambiente – il luogo ideale per sperimentare pratiche virtuose di risparmio e al tempo stesso approfondire e diffondere la cultura della sostenibilità”.
La scuola amica dell’ambiente: il progettoAll’esperimento hanno partecipato alunni e docenti di 10 differenti istituti superiori istituti superiori di Milano, Monza, Pioltello, Varese, Padova, Verona, Scerni (CH), Foggia, Palermo e Ravenna che, coordinati dagli operatori di Legambiente, hanno realizzato workshop ed attività sperimentali, per arrivare alla definizione di un importante Decalogo della Sostenibilità contenente le buone pratiche e le azioni virtuose da mettere in pratica per migliorare la gestione dell’energia, dei rifiuti, dell’acqua e dei trasporti, dentro e fuori la scuola.
“Coinvolgendo i ragazzi, il progetto li ha resi consapevoli della possibilità di rendere sostenibile la propria scuola – ha sottolineato la responsabile di Legambiente Scuola e Formazione - I decaloghi che hanno progettato sono incentrati, infatti, sul cambiamento degli stili di vita e su una gestione sostenibile dell’edificio che si assume direttamente la comunità scolastica e che comprende anche la questione della mobilità e dei rifiuti. In questo senso Eco Generation è principalmente un progetto di educazione alla cittadinanza, in cui la scuola offre un contributo culturale al territorio”.
Grazie al coinvolgimento diretto di studenti e insegnanti, la riqualificazione è avvenuta a 360°, partendo dai piccoli accorgimenti quotidiani come la riduzione degli sprechi, la raccolta differenziata, l’utilizzo dei mezzi pubblici piuttosto che l’auto privata, fino ad arrivare alle importanti trasformazioni apportate all’intero edificio, come l’utilizzo delle fonti rinnovabili, la coibentazione o la sostituzione di elementi degradati.
Il vincitore del premio Eco Generation è stato l’Istituto Mario Montanari di Ravenna che si è guadagnato un pacchetto energetico completo di analisi per la certificazione dell’istituto, monitoraggio wireless sui consumi energetici e un sistema di illuminazione ad alta efficienza dotato di rilevamento presenza e sensore di luce per una delle aule dell’edificio scolastico.

20 aprile 2012

Inquinamento di Origine Controllata


 

(Rinnovabili.it) – Un team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh, in collaborazione con l’Electric Power Research Institute (EPRI), ha raccolto campioni di emissioni inquinanti dai camini di scarico di diverse centrali elettriche sviluppando una nuova metodologia che permette di rilevare le firme isotopiche dell’ossido di azoto (NOx) in diverse configurazioni. Ottenendo questi dati, sarà più semplice per gli scienziati individuare le fonti di emissione degli inquinanti rilevati in tutta la nazione.
Le emissioni di NOx si formano durante la combustione delle fonti fossili, nei motori a combustione interna e nelle centrali elettriche, gas che nell’atmosfera si legano a gas organici formando ozono e particolato, principli componenti dello smog metropolitano. Gli inquinanti, depositandosi sulle superfici, lasciano la propria impronta, la propria firma, che può essere identificata e misurata.
Campionando le emissioni di diverse centrali elettriche i ricercatori hanno potuto dichiarare “Stiamo mappando gli isotopi dei prodotti di deposizione dell’ossido di azoto in tutta la nazione”, ha dichiarato il ricercatore Emily Elliott. Una volta raccolti, i campioni vengono portati in laboratorio e utilizzando batteri convertiti in nitrati in forma gassosa per l’analisi degli isotopi. Questi risultati, combinati con altre informazioni permetteranno agli scienziati di esaminare campioni di pioggia e di determinare la quantità di azoto proviene da centrali elettriche, in contrapposizione a quanto proviene invece da altre fonti quali ad esempio autoveicoli, dai fulmini o emesso dal suolo.

Cosa vedo dopo il V Conto Energia



Sono momenti molto difficili per il settore fotovoltaico italiano.
Migliaia di operatori di settore si pongono, con molta ansia, il quesito sul futuro del mercato nazionale e sul destino di decine di migliaia di posti di lavoro. Se confermato, infatti, il nuovo Conto Energia confermerà l’arresto generato lo scorso anno dal Decreto Romani ad un settore letteralmente esploso e che nel 2011 ha generato il primato mondiale del fotovoltaico nostrano come potenza istallata. Ma il dibattito è ancora molto aperto e contradditorio.  Per avere un approccio concreto al problema, abbiamo raccolto il parere di un imprenditore tra i più lungimiranti nel nostro settore, l’ing. Roberto Brovazzo, Amministratore Delegato della Schuco Italia.
Mauro Spagnolo: Ing. Brovazzo, ci risiamo, dalle stelle alle stalle: il fotovoltaico italiano, dopo il primato mondiale dello scorso anno, si avvia ad una frenata importante. Come prevede possa cambiare il mercato italiano con il quinto conto energia?Roberto Brovazzo: Se passa il Decreto, o ne passa uno molto simile a quello che abbiamo letto, credo che ci sarà una fortissima contrazione legata soprattutto alla completa impossibilità di sviluppare investimenti da parte di entità nazionali ed internazionali. C’è inoltre il problema dell’incremento della burocrazia che renderà assolutamente oneroso tutto il procedimento per avere la tariffa. Ritengo che a breve ci sarà una grossa contrazione della domanda, molti operatori alla fine chiuderanno perché non riusciranno a rimanere sul mercato. La vedo come una grande battuta d’arresto per tutto il settore.
MS: Mi dica qual è l’aspetto più positivo e quello più negativo del nuovo Decreto.RB: Quello positivo potrebbe essere solo l’intento di ridurre l’accesso degli speculatori a questo mercato, e questo è condivisibile. Tutto il resto invece è negativo: un aumento di burocrazia, un aumento delle incertezze e quindi arresto del mercato, specialmente quello  residenziale.
MS: Pensa che gli incentivi per le altre fonti rinnovabili elettriche possano danneggiare lo sviluppo del fotovoltaico?RB: Si certo.  Sicuramente è chiaro l’intento del legislatore di spostare il baricentro della politica di incentivazione delle rinnovabili sull’altro fronte e di ridurre concretamente, e il più possibile, il futuro sviluppo del  fotovoltaico.  Sono quindi convinto che questo non sia una concomitanza casuale.
MS: Infine ingegnere: ritiene davvero che questo ultimo Decreto possa causare, come alcuni operatori dicono, la fine del fotovoltaico italiano in tempi brevi?RB: Così come impostato, tempo proprio di si.  Il volume che sarà sviluppato sarà talmente basso che porterà a una riduzione massiccia degli operatori con la riconversione di molti di essi su altri mercati ed una uscita di molte società, specialmente quelle più piccole di recente entrate.  Credo quindi che si arriverà, se non proprio a una completa distruzione del mercato, ad una lenta agonia, visto che non siamo ancora arrivati alla famosa grid parity e non c’è ancora la mentalità nel consumatore di farsi l’impianto con il ritorno dell’investimento basato sulle condizioni attuali.
Insomma: in assenza di un cambiamento radicale di rotta,  credo che ci sarà una forte accelerazione, se passerà questo Decreto, che ci porterà a breve non dico ad una sparizione totale del settore, ma quasi.

Vapori di benzina, più vicini al nuovo Decreto legislativo



(Rinnovabili.it) – I vapori di benzina emessi durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio dovrebbero essere recuperati per limitare l’emissione nell’atmosfera di sostanze inquinanti come il benzene e l’ozono troposferico. A stabilirlo, la Direttiva europea2009/126/CE che rientra nel quadro del sesto programma comunitario di azione per l’ambiente, adottato nel luglio 2002. Il testo del decreto legislativo con cui l’Italia darà recepimento alla norma comunitaria ha compiuto ieri un altro passo in avanti verso la pubblicazione in Gazzetta. Dopo l’ok ricevuto dal Consiglio dei ministri, su proposta dei ministri dell’Ambiente e delle Politiche europee, di concerto con i ministri della Salute, della Giustizia, degli Affari esteri, dell’Economia e delle finanze, lo schema è passato in mano alla Conferenza Unificata che ha espresso parere favorevole, condizionato però all’accoglimento delle proposte emendative.
Secondo le osservazioni delle Regioni e delle Provincie autonome “i nuovi impianti di distribuzione di benzina e in quelli esistenti soggetti a ristrutturazione completa devono essere equipaggiati con i sistemi di recupero dei vapori di benzina conformi ai requisiti previsti” “rispettare i relativi obblighi di controllo […] se: a) il flusso è superiore a 500 m3/anno; b) il flusso è superiore a 100 m3/anno e sono situati in edifici utilizzati in modo permanente come luoghi di residenza o di lavoro”. Ricordiamo che l’obbligo introdotto con il decreto si estenderà poi, entro il 2018, agli impianti di distribuzione esistenti che hanno un flusso di benzina superiore a 3000 m3/anno. Questi sistemi devono avere un’efficienza di cattura dei vapori di benzina pari o superiore all’85% e un rapporto vapore/benzina compreso tra 0,95 e 1,05 (sistemi di recupero dei vapori di fase II).

Bioedilizia sempre più efficiente a Rimini


(Rinnovabili.it) – E’ stata costruita a Rimini la prima “Casa Bio Compatibile+”, che grazie alla qualità costruttiva, ha raggiunto il massimo della prestazione energetica richiesta dal Protocollo sulle Misure Volontario sulla Bioedilizia, redatto dal Comune, quale strumento indispensabile per intraprendere la strada verso la sostenibilità. Battezzata con il nome “Gaia”, la residenza emiliana grazie ai notevoli risultati raggiunti, ha beneficiato dei diversi incentivi messi a disposizione del comune, risparmiando in termini economici il 50% sugli oneri di urbanizzazione secondaria e in campo edilizio scomputando dalla superficie utile circa 108 mq su di un totale di 660mq, compensando ampiamente il maggior costo di costruzione risultato dall’utilizzo di materiali innovativi ecosostenibili e di elevata qualità.
Distribuito su cinque piani per nove unità abitative, la residenza consumerà meno di 1/3 rispetto alle normative attualmente in vigore in Emilia Romagna, tra le più restrittive a livello nazionale, utilizzando l’energia pulita prodotta dagli impianti rinnovabili di cui è stata dotata: pannelli fotovoltaici per una produzione di 5,1 kiWp6 collettori solari sottovuoto ad alta efficienza che consentiranno di risparmiare oltre il 70% dell’energia per il riscaldamento dell’acqua calda, accumulo e trattamento delle acque piovane che serviranno per il raffrescamento estivo alimentando una fontana esterna ed irrigando una parete verticale di verde pensile collocata a sud, che oltre a creare una parete naturale di isolamento termico, innalza la qualità costruttiva dell’edificio.
Grazie al notevole impegno portato avanti nel corso degli ultimi anni, il numero degli edifici presentati al Comune di Rimini per candidarsi alla certificazione MVB sta aumentando, dando nuovo risalto alla qualità costruttiva.
“Da ora in avanti con le nuove Misure Volontarie sulla Bioedilizia potranno essere incentivati solo edifici che puntano alle prestazioni definite dalle ultime direttive comunitarie – ha affermato l’assessore alle Politiche Ambientali ed Energetiche Sara Visintin – ovvero gli edifici a consumo “quasi zero” e con la produzione di energia da fonte rinnovabile superiore al 50% di tutti i consumi energetici dell’edifico (estivi, invernali ed elettrici)”.

Fv integrato, dal GSE il catalogo delle applicazioni innovative



(Rinnovabili.it) – Mentre il destino del fotovoltaico è in mano alla Conferenza Stato-Regioni, il Gestore dei Servizi Energetici, pubblica sul proprio sito un catalogo esemplificativo degli impianti solari integrati con caratteristiche innovative e per i quali sono state riconosciute le tariffe incentivanti del Titolo III del quarto Conto Energia. Alla prima edizione, il documento del GSE si presta ad illustrare i principi che regolano la correttezza delle installazioni attraverso una serie di schede suddivise per produttore del modulo fotovoltaico.
La guida riporta due grandi categorie: quella dei moduli non convenzionali (Moduli fotovoltaici flessibili, Moduli fotovoltaici rigidi, Nastri in film sottile Tegole fotovoltaiche, Moduli trasparenti che per le componenti speciali) e quella delle componenti speciali. Ogni scheda è stata corredata di immagini esemplificative e dei dati inerenti a ubicazione e potenza dell’impianto fotografato unitamente a note relative ai criteri da utilizzare in fase di progettazione e installazione degli stessi.
“Nel documento, – spiega il GSE – al fine di meglio illustrare i principi che regolano la correttezza delle installazioni, sono stati inseriti anche alcuni impianti incentivati ai sensi del terzo Conto Energia che comunque rispettano quanto richiesto per il quarto. E’ importante sottolineare che l’appartenenza di un modulo o di un componente a questa lista non determina automaticamente l’accesso alle tariffe del Titolo III del DM 5 maggio 2011, in quanto un impianto fotovoltaico costituito da un modulo o da un componente presente nel catalogo, al fine di essere ammesso alle suddette tariffe, deve rispettare tutti i criteri di installazione esposti al capitolo 3 della Guida”. Ovviamente il catalogo potrà essere ampliato e aggiornato in futuro per tener conto di nuove soluzioni impiantistiche rientranti nel quinto conto energia.

Sostenibilità in Rete



Il concetto di sostenibilità, come è stato evidenziato dagli studi più recenti in campo economico, sociale e ambientale, deve essere ormai considerato il fattore chiave per lo sviluppo e l’evoluzione positiva degli scenari futuri, sia a livello territoriale sia a livello mondiale. Inoltre, è ampiamente diffusa la consapevolezza tra le istituzioni, tra gli imprenditori e tra i cittadini, che lo sviluppo sostenibile possa offrire una via d’uscita alla crisi economico-finanziaria, che ha ormai toccato tutti i Paesi.
E’ dunque proprio sul concetto di sostenibilità che occorre approfondire la riflessione già avviata in diversi ambiti, per arrivare a definire strategie di concreta operatività, oltre la condivisione sul piano etico del rispetto dei principi accolti dai vari attori sociali.
In tutto ciò ritengo che sia fondamentale il ruolo che può svolgere l’Università, per il fatto che la ricerca può e deve fornire i presupposti  e i fondamenti teorici alle scelte in campo economico, sociale, ambientale, sia per facilitare la definizione di nuove politiche in ambito pubblico sia per sostenere il mondo imprenditoriale attraverso azioni di trasferimento tecnologico volte a favorire la sostenibilità.
Per queste ragioni, all’Università di Siena, nella quale la sostenibilità si è da tempo caratterizzata come emergente filone di studio e di ricerca all’interno di discipline economiche e scientifiche, abbiamo deciso strategicamente di creare il network Nesso (Network Siena Sostenibilità), radunando dipartimenti, centri di ricerca, singoli studiosi, uffici dell’amministrazione, per attivare sinergie tra tutte le competenze presenti, molte delle quali già coinvolte in progetti avviati da tempo.
Attraverso questa rete vogliamo valorizzare e mettere a sistema tutte le risorse, affinché si producano azioni incisive per lo sviluppo della conoscenza e della consapevolezza ambientale e sociale su scala locale, grazie ai rapporti con il territorio, e su quella internazionale, grazie alle relazioni stabilite con i programmi di ricerca. In questo modo l’Ateneo si impegna ad essere leader nella promozione della cultura della sostenibilità non solo nella ricerca, ma anche nella didattica che offriamo agli studenti, nella formazione, nella consulenza rivolta alle imprese e alle istituzioni.
E non è sicuramente casuale che proprio a Siena nell’Ateneo sia maturata questa sensibilità: il fatto di operare in un contesto territoriale, culturale e istituzionale tradizionalmente consapevole dell’interazione stretta di ogni azione di sviluppo con le conseguenze sull’ambiente e sul tessuto sociale, ha consentito di incontrare immediatamente l’interesse delle maggiori istituzioni, che hanno partecipato alla giornata di presentazione pubblica del nostro percorso.
Il network NESSO potrà dunque d’ora in poi lavorare in una rete allargata ben oltre l’ambito accademico, in sinergia con i progetti avviati dal Comune e  dalla Provincia di Siena, dalla Camera di Commercio, dalla Banca Monte dei Paschi, e dalla Regione Toscana.
La sostenibilità come oggetto di studio e di ricerca, ma anche come linea guida di ogni decisione in Ateneo, sarà dunque una priorità strategica all’Università di Siena, e insieme una chiave di lettura per tutte le priorità della strategia di governo, in primis la digitalizzazione e l’internazionalizzazione.

Althesys presenta a Roma il Rapporto Irex


(Rinnovabili.it) – Dopo la presentazione di Milano il Rapporto Irex di Althesys è sbarcato nelle sale romane del GSE. Ad un giorno dalla manifestazione che ha visto scendere in piazza associazioni e privati a difesa delle rinnovabili, arrivano le rassicurazioni del ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “Le rinnovabili sono un’opzione necessaria e strategica per la crescita e i dati del Rapporto Althesys lo confermano. Nelle rinnovabili, specie nel fotovoltaico,  sta accadendo quello che è successo nei cellulari o nei computer. Si sono abbattuti i costi di produzione e quindi i prezzi. Ora  bisogna che le industrie ripensino i prodotti e le tecnologie ed il Governo, che  ha rimodulato gli incentivi sulla base dei nuovi prezzi, sostenga le eccellenze italiane in modo che siano competitive anche all’estero” ha specificato il ministro.
Dalle rinnovabili al Quinto Conto Energia, il Rapporto ha evidenziato e messo al centro dei dibattiti la necessità di garantire al settore lo sviluppo che merita, come sottolineato anche dal ceo di Althesys, Alessandro Marangoni.“L’industria delle rinnovabili non sarà danneggiata dal taglio degli incentivi se le politiche industriali si orienteranno a sostenere la competitività italiana. L’industria italiana ha delle eccellenze che sono già indicate nel nostro Rapporto Annuale e che potrebbero essere valorizzate per rispondere alla domanda di tecnologia ed innovazione che arriva, ad esempio, dall’area del Mediterraneo. Siamo già in grado di passare dal ruolo di importatori netti di tecnologie, al ruolo di esportatori, ma dobbiamo capire che le rinnovabili non sono materia di filosofia ambientale ma una vera industria dell’energia”.In fatto di incentivi l’Italia mantiene una posizione equilibrata rispetto agli altri paesi, un fenomeno che ha portato allo sviluppo di una forte industria nazionale di settore. Nel fotovoltaico, per esempio, la produzione italiana di moduli equivale ad oltre 1 GW e quella di inverter quasi 5 GW mentre l’eolico vanta un volume d’affari di almeno 3,8 miliardi di euro e un totale di 30mila occupati. “Gli interventi dei decreti ministeriali hanno senso. Questo però è un settore dove non ci sono più soltanto i pannelli cinesi, ma un’industria italiana che avrebbe bisogno di essere rafforzata. In quest’ottica è discutibile la creazione del registro degli impianti superiori a 12 kW. È veramente difficile, se non impossibile, da realizzare. Si tratta di un aggravio di burocrazia che non fa bene alla filiera. Se per gli incentivi ci portiamo nella media europea, per la burocrazia continuiamo ad essere tra i primi al mondo” ha commentato Marangoni di Althesys.

L’Italia del riciclo


L’Istituto di Ricerche Ambiente Italia ha presentato stamane in Parlamento, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il rapporto “Il riciclo ecoefficiente. L’industria italiana del riciclo tra globalizzazione e sfide della crisi”. Commissionato, tra gli altri, dal comparto del riciclo degli imballaggi composto da Cial, CNA, Comieco, Corepla, Rilegno e da CONAI, il documento fotografa la filiera italiana del riciclo, aperta ai mercati internazionali e in ascesa nonostante la crisi economia abbia fatto scendere i consumi, danneggiando numerosi settori industriali.
“L’Italia è leader in Europa – ha dichiarato Corrado Clini, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel corso della presentazione dello studio “Riciclo ecoefficiente” – seconda solo alla Germania, nell’industria del riciclo, componente fondamentale dello sviluppo della green economy. La strada da percorrere è ancora lunga, dobbiamo ulteriormente rafforzare le leve per valorizzare il potenziale di recupero di materia e di energia, connesso al ciclo dei rifiuti, perché fa bene alla nostra economia e all’ambiente.  Strumenti come il “Green Procurement” o la fiscalità verde possono sostenere quei materiali che non riescono ancora a trovare un mercato nel sistema industriale a valle del riciclo. I consorzi hanno raggiunto preziosi risultati perché hanno saputo traghettare la gestione dei rifiuti da servizio pubblico a ciclo industriale. Ora è necessario fare passi in avanti per creare competizione nella gestione efficiente dei rifiuti e, in questa prospettiva, vanno create le condizioni per una concorrenza leale tra operatori diversi nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani e speciali”.
I TASSI DI RECUPERO In tutti i settori si è quindi registrato un aumento del tasso di recupero. Sale il riciclo e quindi scende il consumo di materia prima: la produzione di alluminio primario tra il 2008 e il 2010 si è ridotta del 30%, mentre la raccolta differenziata e il riciclo degli imballaggi in alluminio sono cresciuti del 20%, raggiungendo nel 2010 il tasso record di riciclo del 72,4% rispetto a quanto è stato immesso sul mercato.
Per la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica stessi successi: nel 2009-2010 si è registrato un aumento del volume dei prodotti che hanno alimentato la catena del riciclo.
Per la carta, invece, la flessione della produzione ha portato ad una riduzione del consumo delle materie seconde e nonostante la crescita il settore del riciclo non è stato in grado di assorbire l’aumento della raccolta, che è stata quindi presa in gestione dal settore internazionale, in special modo dalla Cina.
Il settore del legno e dell’arredamento registra da sempre alti tassi di riciclo. Il tasso di raccolta, ad esempio, degli imballaggi in legno, è stato pari, nel 2010 al 62,8%, il valore più elevato finora registrato.
IL RUOLO DELL’ITALIA il Belpaese, secondo in Europa solo alla Germania, recupera 33 milioni di tonnellate di materie seconde, senza contare inerti e frazione organica. Un successo, quindi, che garantisce risparmio energetico e di materie prime molto prezioso, che limita le emissioni di inquinanti e il consumo di acqua, elettricità ed energia. Secondo lo studio, il riciclo in Italia ha permesso di evitare emissioni di CO2 pari a 53 milioni di tonnellate nel solo 2010, quantitativo che rappresenta circa il 10% del totale delle emissioni di cui è responsabile il nostro Paese in un anno.
LE MATERIE PRIME SECONDE Oltre al recupero e al riciclo in patria contribuiscono all’efficienza del paese anche i nuemri delle materie pseconde esportate. Sì, perché il trasporto verso altre nazioni influisce in minima parte rispetto al guadagno ambientale ottenuto. Ma all’interno delle esportazioni sono sensibili le differenze: materie plastiche, carta, rottami ferrosi, alluminio e rame sono materie seconde caratterizzate da un mercato mondiale; legno, vetro e piombo, invece, da mercato continentale.