5 maggio 2012

I Caschi Blu lottano contro…l’inquinamento!



(Rinnovabili.it) – Le Forze di Pace continuano la lotta contro le emissioni inquinanti. Lo conferma l’impegno dei Caschi Blu delle Nazioni Unite che già da tempo danno largo spazio all’utilizzo di energia prodotta da fonte rinnovabile e a veicoli elettrici per ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di pace e tagliare i costi energetici.
L’utilizzo di energie alternative, di materiali da costruzione naturali e di tecnologie che permette un uso efficiente delle risorse idriche ha aiutato e sta favorendo la riduzione le emissioni collegate alle attività delle Forze di Pace dell’Onu A confermarlo sarebbero i dati contenuti in un nuovo importante rapporto dove si legge che quasi 122.000 persone, che rappresentano più della metà dell’organizzazione, sono attualmente coinvolte in 16 operazioni in paesi dilaniati dalla guerra, per un’impronta di carbonio stimata in 1,8 milioni di tonnellate.
Tuttavia dal documento si evince come ci siano effettivamente ampi margini di riduzione dell’impatto inquinante delle spedizioni attraverso l’incremento dell’impiego di tecnologie pulite in grado di rendere energeticamente autonomi i campi base.  Il rapporto riporta inoltre esempi di come i soldati siano riusciti a ridurre il loro impatto e migliorare l’efficacia della loro missione partendo dalla  Interim Force in Lebanon (UNIFIL), le cui iniziative spaziano dall’uso di auto elettriche presso la sede della missione in Naqoura, all’installazione di sistemi di alimentazione efficienti di generazione di energia e alla creazione di un impianto di riciclaggio per bottiglie di plastica, lattine e vetro.
Nel frattempo, la missione di pace delle Nazioni Unite a Timor-Leste (UNMIT) ha ridotto le auto di un quinto e il consumo di carburante del 15 per cento in un anno. Questo ha portato ad un risparmio di 360 mila dollari in carburante su una spesa totale annua per l’Onu che equivale a 638 milioni di dollari, con il potenziale di ottenere un risparmio annuale di 95.7 milioni allargando l’utilizzo di mezzi a basso impatto.
Anche l’uso di pannelli solari per ricaricare radio e altri sistemi è in aumento. In termini di efficienza idrica, la missione in Sudan ha optato per docce a gettone a basso flusso che dimezzano il consumo di acqua, così come orinatoi senz’acqua che consentono di risparmiare fino a 170.000 litri di acqua per unità.
Anche sistemi di raccolta dell’acqua piovana e di riciclo di circa 85.000 litri di acque reflue al giorno hanno contribuito a rendere più veloce e fruttuoso il raggiungimento per le Nazioni Unite dell’obiettivo generale di ridurre il consumo annuale di acqua dolce fino al 40 per cento.
“Greening the Blue non è solo il nostro motto”, ha detto Hervé Ladsous, sotto-segretario generale e capo del Dipartimento delle Operazioni di Peacekeeping. “E’ anche il nostro impegno per garantire che le forze di pace abbiano un impatto duraturo e positivo nei paesi in cui stazionano”.
L’utilizzo di energie alternative, di materiali da costruzione naturali e di tecnologie che permette un uso efficiente delle risorse idriche ha aiutato e sta favorendo la riduzione le emissioni collegate alle attività delle Forze di Pace dell’Onu A confermarlo sarebbero i dati contenuti in un nuovo importante rapporto dove si legge che quasi 122.000 persone, che rappresentano più della metà dell’organizzazione, sono attualmente coinvolte in 16 operazioni in paesi dilaniati dalla guerra, per un’impronta di carbonio stimata in 1,8 milioni di tonnellate.Tuttavia dal documento si evince come ci siano effettivamente ampi margini di riduzione dell’impatto inquinante delle spedizioni attraverso l’incremento dell’impiego di tecnologie pulite in grado di rendere energeticamente autonomi i campi base.  Il rapporto riporta inoltre esempi di come i soldati siano riusciti a ridurre il loro impatto e migliorare l’efficacia della loro missione partendo dalla  Interim Force in Lebanon (UNIFIL), le cui iniziative spaziano dall’uso di auto elettriche presso la sede della missione in Naqoura, all’installazione di sistemi di alimentazione efficienti di generazione di energia e alla creazione di un impianto di riciclaggio per bottiglie di plastica, lattine e vetro.Nel frattempo, la missione di pace delle Nazioni Unite a Timor-Leste (UNMIT) ha ridotto le auto di un quinto e il consumo di carburante del 15 per cento in un anno. Questo ha portato ad un risparmio di 360 mila dollari in carburante su una spesa totale annua per l’Onu che equivale a 638 milioni di dollari, con il potenziale di ottenere un risparmio annuale di 95.7 milioni allargando l’utilizzo di mezzi a basso impatto.Anche l’uso di pannelli solari per ricaricare radio e altri sistemi è in aumento. In termini di efficienza idrica, la missione in Sudan ha optato per docce a gettone a basso flusso che dimezzano il consumo di acqua, così come orinatoi senz’acqua che consentono di risparmiare fino a 170.000 litri di acqua per unità.Anche sistemi di raccolta dell’acqua piovana e di riciclo di circa 85.000 litri di acque reflue al giorno hanno contribuito a rendere più veloce e fruttuoso il raggiungimento per le Nazioni Unite dell’obiettivo generale di ridurre il consumo annuale di acqua dolce fino al 40 per cento.“Greening the Blue non è solo il nostro motto”, ha detto Hervé Ladsous, sotto-segretario generale e capo del Dipartimento delle Operazioni di Peacekeeping. “E’ anche il nostro impegno per garantire che le forze di pace abbiano un impatto duraturo e positivo nei paesi in cui stazionano”.

Nessun commento:

Posta un commento