(Rinnovabili.it) - Dai televisori e gli schermi ultra flat alle celle solari. Grazie agli scienziati dell’Istituto nazionale di ottica del CNR (Ino-Cnr) di Napoli i cristalli liquidi (cl) si fanno microscopici per andare, un giorno, in aiuto alla tecnologia fotovoltaica. Il team di ricercatori guidati da Pietro Ferraro, in collaborazione con l’Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri del Cnr (Ictp-Cnr) e con il Dipartimento di scienze fisiche dell’Università Federico II di Napoli, si è focalizzato sullo studio dei cristalli liquidi nematici, termine con cui s’indica una tipologia di cl dotata di ordine nell’orientazione delle molecole. “La ricerca - afferma Francesco Merola dell’Ino-Cnr - è partita dall’idea di manovrare a piacimento piccole quantità di queste sostanze”.Gli scienziati sono stati in grado di frammentare questi composti in minuscole gocce dal potere ottico dotate però della capacità di ri-assemblarsi in gocce più grandi. “In particolare – spiega la ricercatrice Simonetta Grilli – le ‘goccioline’ possono diventare microlenti con focale variabile” e prestarsi in tal modo a nuove soluzioni sia in ambito fotografico che in quello fotovoltaico dal momento che sono in grado di assolvere il ruolo di perfetto concentratore sferico catturando la luce solare da qualunque angolazione. “Altre applicazioni – continua Grilli – si aprono in sensoristica e nelle nano e biotecnologie”. Per ottenere un tale risultato, prima assoluta a livello mondiale la squadra ha depositato delle goccioline di cristallo liquido su un substrato di niobato di litio, un sale sintetico, appositamente preparato e quindi rivestito da un particolare polimero, il polidimetilsiloxano, o pdms.“Sfruttiamo una variazione di temperatura per generare il campo elettrico invece di applicarlo dall’esterno: nessuno, fino ad ora, aveva mai pensato a una tecnica del genere”. La scoperta è stata pubblicata e selezionata tra gli Hot Topics dalla prestigiosa rivista della Wiley ‘Advanced Functional Materials.
25 maggio 2012
Microgocce di cristalli liquidi e il fotovoltaico ringrazia
Wi-Fi gratis raccogliendo la pupù del cane
(Rinnovabili.it) – A Città del Messico è ora possibile alimentare la rete Wi-Fi dei parchi cittadini grazie alle deiezioni organiche dei cani domestici. La stravagante idea è venuta alla Internet Company messicana Terra che ha messo a punto dei cassonetti per lo smaltimento dei rifiuti organici dei cani in grado di attivare, per un tempo limitato, la rete wireless gratuita del parco. In collaborazione con l’agenzia pubblicitaria, DDB Messico, la società ha installato tali dispositivi in dieci diversi parchi di Città del Messico.Il funzionamento del servizio, denominato simpaticamente “Poo Wi-Fi”, è piuttosto semplice: basta che i proprietari raccolgano la pupù del proprio animale e che gettino il sacchetto nel particolare contenitore. All’interno del cassonetto intelligente il rifiuto viene pesato attivando un timer che, in base al peso, fa partire la rete wireless del parco per un certo numero di minuti. A questo punto chiunque si trovi nelle vicinanze con un dispositivo portatile può usufruire del servizio gentilmente concesso. Naturalmente i padroni di cani di grandi dimensioni sono notevolmente avvantaggiati.
Dal GSE il mix elettrico degli anni 2010-11
(Rinnovabili.it) – E’ quasi un testa a testa fra gas naturale e rinnovabili quello che ha caratterizzato gli anni 2010 e 2011 sul fronte della produzione elettrica. Lo rivela oggi il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) pubblicando i dati relativi al mix medio nazionale dell’energia elettrica immessa nel sistema elettrico italiano per i sopracitati anni di produzione.Il mix è stato calcolato sommando le due voci: produzione nazionale ed import. Nel primo caso sono stati utilizzati i dati trasmessi dai produttori al GSE, quelli a disposizione del Gestore relativi agli impianti di produzione convenzionati Cip 6/92 e quelli operanti in regime di scambio sul posto; per l’energia elettrica importata la normativa per l’energia elettrica importata la normativa prevede l’attribuzione a fonti rinnovabili della quota di energia associata alle Garanzie di Origine estere rilasciate nei Paesi di produzione dagli organismi preposti (circa 35 TWh su un’importazione netta complessiva pari a 45 TWh) e l’attribuzione della quota residua (circa 10 TWh) alle fonti diverse dalle rinnovabili secondo il mix energetico dell’Europa dei 15 dell’anno 2010 (fonte Eurostat). Di seguito le percentuali delle fonti primarie utilizzate:
24 maggio 2012
Emissioni navali, un accordo provvisorio per i Ventisette
(Rinnovabili.it) – Il Comitato dei Rappresentanti Permanenti, l’organo UE composto dai capi o vice-capi delegazione degli stati membri, ha approvato ieri la proposta di compromesso raggiunta tra il Consiglio e il Parlamento europeo in merito alla nuova direttiva sulle emissioni navali. Nel dettaglio, il provvedimento, che andrebbe a modificare la direttiva 1999/32/CE, norma il tenore di zolfo dei combustibili marini a cui oggi è legata una considerevole percentuale dell’inquinamento del settore navale. Lo zolfo contenuto nelle miscele di carburante, infatti, bruciando rilascia anidride solforosa e particolato che danneggiano, oltre la salute umana, anche gli stessi ecosistemi marini, essendo tra i responsabili del processo di acidificazione delle acque.Il testo della direttiva nella sua forma attuale è il risultato degli incontri informali del cosiddetto trilogo europeo, formato da Commissione, Europarlamento e Consiglio. E’ stato così concordato che i limiti per “quota sulfurea” dei combustibili per uso marittimo utilizzati nelle aree SECA (SOx Emission Control Area) siano dell’1% fino al 31 dicembre 2014 e dello 0,1% a decorrere dal 1° gennaio 2015. Lo standard IMO dello 0,5% per i limiti di zolfo al di fuori delle aree SECA sarà invece obbligatorio nelle acque comunitarie entro il 2020. Gli Stati membri potranno provvedere a fornire gli aiuti necessari per supportare i nuovi costi di investimento.Più che soddisfatto, il commissario europeo all’ambiente Janez Potočnik. “Sono lieto che la legislazione per ridurre lo zolfo e di conseguenza le emissioni secondarie delle navi possano ora godere del sostegno politico degli Stati membri. E’ un’ottima notizia per la nostra salute e l’ambiente, in particolare nei porti e nelle zone costiere [...] Senza questa direttiva, le emissioni del trasporto marittimo potrebbero superare entro il 2020 quelle provenienti da tutte le altre fonti terrestri. Mi congratulo con la Presidenza danese per l’eccellente lavoro svolto su questo problema”.
Fotovoltaico, la competitività non è un miraggio
(Rinnovabili.it) – L’energia generata da impianti fotovoltaici è molto più vicina alla competitività con la produzione di elettricità convenzionale di quanto si pensi. A spiegare perché è un nuovo documento di lavoro, pubblicato dalla società di ricerca Bloomberg New Energy Finance oggi. Lo studio, Reconsidering the Economics of Photovoltaic Power, esamina le implicazioni dei recenti e significativi cali nei prezzi medi della tecnologia solare. Soltanto i moduli, negli ultimi tre anni, hanno ridotto i propri costi di quasi il 75%, eppure la consapevolezza di molti politici, consumatori e perfino utility, in merito agli attuali aspetti economici dell’energia solare risulta ancora molto indietro. Una riduzione, secondo gli autori,che non va valutata come fenomeno occasionale esclusivamente connesso alla sovra capacità produttiva del mercato quanto ad una progressiva e forte riduzione dei costi legati al processo di fabbricazione.
Da cosa dipende questo diffuso preconcetto sulla tecnologia solare? Le ragioni, spiegano gli analisti, sono numerose e vanno ricercate innanzitutto nel rapido ritmo con cui i prezzi e nelle ambiguità di fondo in materia di “costo del solare” causate dalle numerose misure di sostegno politiche messe in atto nell’ultimo decennio.Parte della confusione si deve al modo in cui i costi del FV sono generalmente analizzati e presentati. Normalmente vengono impiegati tre valori correlati, vale a dire: il prezzo-per-watt, in genere espresso in $/W; il costo livellato dell’energia elettrica (LCOE), in genere espresso come $/kWh, e il concetto di ”grid parity”. Ciascuno di questi parametri può essere calcolato in modi differenti e dipendere da una vasta gamma di ipotesi che si estendono a considerazioni tecniche, economiche, commerciali e politiche.Ad esempio in tema di “grid parity” i problemi di definizione rendono più difficile la valutazione essendo il termine, spesso e volentieri, usato come sinonimo di “busbar parity” (cioè, la competitività con prezzi all’ingrosso), o “socket parity” (ossia, la competitività con i prezzi dell’energia elettrica venduta al dettaglio). In base alle differenti assunzioni c’è chi ritiene (Bhandari e Stadler - 2009) che la grid parity sulla vendita all’ingrosso in Germania si verificherà tra il 2013 e il 2014, chi sostiene (Breyer e Gerlach - 2010) che si stia già realizzando nei grandi settori industriali in Europa, America del Nord e Asia, mentre altri ancora (EPIA - 2011) prevedono che la “dynamic grid parity” potrebbe verificarsi intorno al 2013 nel segmento commerciale italiano.
Greenpeace accusa KFC di contribuire alla deforestazione
(Rinnovabili.it) – Nuovo attacco di Greenpeace, in lotta ormai da tempo contro le aziende che per distribuire i propri prodotti si servono di carta e imballaggi che sono il frutto di deforestazione. E a finire nel mirino dell’associazione stavolta è la KFC, fast-food accusato di vendere il pollo fritto servendosi di secchielli acquistati da chi non certifica la produzione della carta che smercia. Ma il noto fast-food ha negato le accuse, dichiarando di non essere cliente della ditta contestata, la già nota Asia Pulp and Paper.E proprio contro la Asia Pulp and Paper Greenpeace ha diffuso ieri un nuovo rapporto che la incrimina di approvvigionarsi di legname distruggendo la foresta pluviale indonesiana. La società ha comunque dichiarato di voler modificare il proprio modus operandi già da giungo, in modo da limitari i danni alle delicate foreste pluviali.Ma i portavoce KFC negli Stati Uniti e degli uffici in Inghilterra hanno confermato di non essere clienti di APP. L’ufficio degli Stati Uniti ha per questo chiarito che circa l’80 per cento della carta utilizzata per la realizzazione dei suoi prodotti proviene da fonti sostenibili, mentre i prodotti commercializzati nel Regno Unito e in Irlanda sono green al 100 per cento, riciclati o provenienti da fonti sostenibili.
Rinnovabili, al 2030 benefici per 124 mld di euro
(Rinnovabili.it) – Gli impegni presi dall’Italia a livello internazionale in tema di tutela ambientale e riduzioni delle emissioni, accanto ad una domanda energetica in costante crescita, hanno fatto sì che la nazione registrasse una capacità ed un interesse sempre maggiore nell’ambito delle fonti rinnovabili. In modo particolare dal 2008 al 2011 il BelPaese si è lanciato a capofitto nell’affare “green Energy” generando, da un lato un mercato forte e competente ma da dando adito dall’altro ad un controllo di settore inefficiente e alla preoccupazione di oneri troppo pesanti per i consumatori. Per fare chiarezza sui reali costi e benefici delle rinnovabili elettriche in Italia, è stato presentato oggi nell’ambito del convegno APER: “Rinnovabili – l’energia che cambia”, un’indagine ad hoc. Redatto da OIR e AGICI, lo studio valuta le prospettive del comparto al 2030 alla luce delle esperienze maturate tra il 2008 e il 2011.Il rapporto illustra nelle sue pagine l’andamento delle voci di costo e beneficio derivanti dallo sviluppo delle FER elettriche italiane nei quattro anni sopracitati, e i risultati complessivi per il periodo 2012-2020, entrando nel merito delle singole filiere e traslando i risultati al 2030. Si scopre così se la politica sulle rinnovabili tra 2008 e 2011, proiettata al 2030, determina un saldo negativo per il Paese di circa 3 miliardi di euro (130 Mln € l’anno), il quadro diventa fortemente positivo se si assumono come base delle proiezioni il raggiungimento degli obiettivi PAN al 2020 e del IV Conto Energia.Nel dettaglio, stando al documento gli impianti costruiti tra 2012 e 2020 genererebbero in maniera cumulata nel periodo d’analisi fino al 2030, benefici - Emissioni CO2 e NOX, Mancato import combustibili fossili, Costo opportunità import combustibili fossili, Nuova occupazione, Appiattimento curva domanda, Export netto componenti, Royalties, IMU – per 124 miliardi di euro di fronte a costi – Incentivi, Intermittenza, Consumo di biomasse, Costo opportunità import biomasse, Import netto componenti – di 45 miliardi. A conti fatti si tratterebbe di un saldo positivo di 79 miliardi. Da che cosa dipende questo miglioramento di trend? Per lo più da un maggiore controllo degli oneri di incentivazione, soprattutto per il fotovoltaico, accanto all’incremento dell’export “Made in Italy” e dei notevoli risparmi nell’importazione delle fonti fossili.“Le fonti rinnovabili – commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di APER – stanno radicalmente migliorando il sistema energetico italiano con vantaggi che diventano sempre più evidenti in termini di indipendenza dall’estero, riduzione degli oneri legati al protocollo di Kyoto, creazione di nuovi posti di lavoro e, non da ultimo, per l’ambiente e la salute. Un dato questo che trova anche riscontro scientifico nello studio dell’OIR: la differenza tra i benefici e i costi sostenuti per gli incentivi alle FER, nonostante le recenti polemiche, è positiva per oltre 76 miliardi di euro”.A livello di filiera i risultati migliori si otterranno con il fotovoltaico, i cui 17,3 GW istallati produrranno un saldo costi/benefici di 55.410 milioni di euro. Analizzando voce per voce gli impatti effettivi si evince che effetti positivi sono molto più significativi di quanto normalmente ritenuto:• L’impatto occupazionale, diretto e indiretto potrà contare su nuovi 130.000 addetti dal 2011 al 2020 soprattutto nel settore PV;• L’Export manufatti crescerà di 3 miliardi di euro l’anno;• La dipendenza energetica del Paese farà meno affidamento sul gas naturale, tagliando ben 13 bcm di gas l’anno (import di 70/80 bcm);A ciò si deve aggiungere la riduzione delle emissioni climalteranti, dal momento che il raggiungimento degli obiettivi al 2020 consentirà di evitare immissioni in atmosfera di 30 milioni di ton anno di CO2.
16 maggio 2012
Decreto elettrico e V Conto: il futuro incerto delle rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Si è svolta ieri a Milano la prima conferenza di eLeMeNS, (nuova società di consulenza nel settore delle fonti rinnovabili), con l’obiettivo di analizzare le novità introdotte dal Decreto elettrico e il V Conto Energia, alla luce degli ultimi investimenti legati al settore delle FER in Italia. L’evento – patrocinato da Aiget, Aper, Cpem e Gifi – ha avviato in particolare un “workshop di approfondimento”, (per esaminare nel dettaglio le disposizioni dei 2 Decreti, riguardanti gli incentivi per ogni fonte, le aste, i rifacimenti, i registri e la valorizzazione dell’energia), e una “discussione tematica” con alcuni fra i principali operatori del settore, (per accendere un confronto sulle nuove competenze di cui dotarsi per anticipare il cambiamento introdotto dalle nuove direttive ed assumere un ruolo attivo nel processo di integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico).Nel corso dell’appuntamento sono stati infine affrontati i temi del cambiamento del mercato e del costo dell’energia, dell’impatto della grid parity e delle opportunità offerte dal nuovo settore della generazione distribuita, in cui si è giunti, nei vari interventi, all’inevitabile conclusione di una maggiore responsabilizzazione da parte dei produttori delle rinnovabili e di un necessario sbilanciamento, da parte dei gestori di rete, verso un modello di “rete attiva” (smart grid).
Mobilità elettrica: i camion copieranno i tram
(Rinnovabili.it) – Nel futuro del trasporto merci fa capolino una nuova idea di mobilità. A pensarla è Siemens, che ha colto l’occasione del 26° Annual Electric Vehicle Symposium di Los Angeles per presentare un innovativo concept dedicato agli autocarri che ogni giorno devono percorrere lunghi tragitti. Il progetto, ribattezzato ‘eHighway of the Future’, propone l’idea di elettrificare camion e corsie autostradali attraverso cavi aeri per la trasmissione dell’energia, al pari di quanto già oggi succede nelle città con i tram; una soluzione, spiega la stessa società, che si presterebbe ad essere ecologica, sostenibile ed efficiente, oltre che facilmente integrabile con le infrastrutture già esistenti.“Quando la maggior parte della gente pensa alle emissioni dei veicoli, si dà per scontato che siano le auto a fare la maggior parte del danno; in realtà gran parte la colpa è degli autocarri commerciali”, spiega Daryl Dulaney, CEO della sezione Infrastrutture e città Siemens USA. ”Il trasporto merci su strada, soltanto negli Stati Uniti, è destinato a raddoppiare entro il 2050, mentre le risorse mondiali di petrolio continuano ad esaurire. Ed entro il 2030, si stima che le emissioni di anidride carbonica aumentino del 30 per cento a causa del solo trasporto commerciale”.
Siemens ha sviluppato la tecnologia di supporto necessaria per rendere l’eHighway una realtà: infrastrutture, software, hardware e unità. Tutto quelle che serve che serve è un camion ibrido diesel elettrico dotato del pattino elettromagnetico e dell’applicativo per passare automaticamente alla modalità elettrica quando rivelate le linee aeree. Attualmente il concept è in fase di sperimentazione in Germania e Stati Uniti.
Sole, Vento e Mare: 4 idee a misura d’isola
(Rinnovabili.it) – Loro sono quattro e si sono aggiudicati il primo posto nella rispettiva categoria grazie ad idee votate all’integrazione delle fonti green con la tutela ambientale. Parliamo dei progetti finalisti di “Sole vento e mare – Le energie rinnovabili per le isole minori e le aree marine protette italiane”, il concorso d’idee lanciato da Marevivo con GSE, ENEA, Ministero per i Beni Culturali – Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee – , Ministero dell’Ambiente - Segretariato Generale – e Citera dell’Università di Roma La Sapienza.L’obiettivo della competition, come indica il titolo stesso di questa edizione 2011, è quello di stimolare la ricerca di soluzioni progettuali che sappiano integrare intelligentemente l’energia del sole, vento, mare e terra con il territorio delle “piccole” isole italiane con Comuni fino a 15mila residenti. Gli organizzatori del concorso hanno incoraggiato la progettazione di soluzioni tecnologiche e formali per il risparmio e la produzione di energia da fonti rinnovabili, applicate al contesto delle isole minori e delle aree marine protette, per contribuire allo sviluppo locale, valorizzandone il patrimonio paesaggistico.
La premiazione si è svolta stamane a Roma dopo che lo scorso 29 marzo la Giuria si era riunita per decretare i vincitori. A ritirare il premio in questo secondo anno sono:
Categoria Professionisti/Imprese – Tipologia ‘Componente’
Primo Classificato: Costen S.r.l.“Wind Trees” (Isola del Giglio)
Il progetto propone la trasformazione delle torri di segnalazione di ingresso ai porti – che costituiscono un elemento necessario al traffico portuale – in strutture che offrono l’opportunità di captare il vento per fornire energia alle utenze portuali e che si caratterizzano per l’integrazione nel contesto paesaggistico.
Categoria Professionisti/Imprese – Tipologia ‘Sistema impiantistico’
Primo Classificato: Riccispaini Architetti Associati S.r.l.“ECODEHOR” (Isola di Pantelleria)
Il progetto propone una struttura leggera denominata “Ecodehor” in acciaio, legno e vetro da realizzare sul lungomare per l’accoglienza dei turisti. E’ costituita da elementi che permettono lo sfruttamento dell’energia solare – grazie ad una copertura captante con collettori solari – e dell’energia dal moto ondoso – grazie ad un impianto a colonna d’acqua oscillante – che ne fanno una vera e propria macchina ecologica ad alta efficienza energetica. “Ecodehor” può ospitare al suo interno vari servizi turistici come bar, ristorante o persino il mercato del pesce. La struttura, che ha caratteristiche modulari, si inserisce bene nel paesaggio, creando anche una riqualificazione di un’area di non particolare pregio.
Categoria Professionisti/Imprese – Tipologia ‘Sistema impiantistico’
Secondo Classificato: Gruppo UNIPR“E-Piers” (Isola di Palmaria – Comune di Porto Venere)
Il progetto propone la realizzazione di due “pontili elettrici” che sostituirebbero quelli già esistenti in loco e che, oltre ad avere la funzione di ormeggio e passaggio pedonale, permetteranno di produrre energia elettrica, grazie all’applicazione di speciali dispositivi integrati in maniera non visibile all’osservatore, denominati WEC. Questi dispositivi permettono di generare un flusso d’aria unidirezionale che mette in moto una turbina eolica producendo energia elettrica utilizzabile dalle utenze della zona. I pontili, più lunghi di quelli attuali, sono in grado di assicurare una maggiore difesa della costa dall’erosione.
Categoria “Tesi di laurea”Chiara Agosti“Riserva Naturale Isole dello Stagnone di Marsala”
Lo studio riguarda l’integrazione di sistemi di micro-generazione eolica all’interno di un percorso naturalistico, caratterizzati dal design innovativo con elementi polifunzionali quali parcheggio bici, ricarica di dispositivi portatili, pensiline ombreggianti, pannelli informativi ed altri.
14 maggio 2012
FIPER spiega qual è il “biogas fatto bene”
(Rinnovabili.it) – Limitato impiego delle fonti fossili, produzione di energia elettrica rinnovabile e mitigato spargimento dei nitrati zootecnici sui suoli agricoli. In una lettera aperta, il Presidente di FIPER, Walter Righini, risponde alle accuse che il Presidente di Slow Food, Carlo Petrini, ha rivolto al settore del biogas e delle biomasse in un articolo pubblicato su Repubblica e coglie l’occasione per fare il punto della situazione sullo sviluppo di questa filiera in Italia. Secondo quanto riportato da Righini, la filiera biomassa-energia utilizza sottoprodotti altrimenti inutilizzati e per questo rappresenta una fonte sostenibile di integrazione del reddito per l’agricoltore; per diventare un sistema efficiente, però, non dovrebbe premiare in modo esclusivo, come fa attualmente, la produzione di energia elettrica. Interessante, poi, la valorizzazione del biometano che, immesso nella rete del gas naturale, potrebbe apportare enormi benefici economici e coprire il 10% del fabbisogno nazionale, con una produzione potenziale di 7-8 miliardi di metri cubi. “Non male – ha osservato Righini – per un Paese come il nostro dipendente dal gas russo e magrebino!”.
Il Presidente FIPER tranquillizza anche coloro che ritengono il biodigestato un sottoprodotto inquinante, spiegando che esso viene «ridistribuito sugli stessi terreni utilizzati per la produzione delle biomasse e svolge un’azione fertilizzante e ammendante, restituendo gli elementi della fertilità sottratti dalle piante con la coltivazione e riducendo altresì l’impiego di fertilizzanti chimici”. E poi ancora: nessuna insostenibilità agricola (una volta a regime, la percentuale dei terreni riservati alla produzione di energia da fonti rinnovabili sarà pari all’1,8%), limitato traffico veicolare e nessun odore (2le matrici stoccate sono coperte con teli appositi per evitare la fermentazione aerea; se la biomassa fermentasse prima del conferimento nel digestore, l’azienda agricola perderebbe una quota significativa di ricavo!”).
La nanotecnologia al servizio del solare europeo
(Rinnovabili.it) – Sviluppare celle e moduli fotovoltaici più efficienti ed economicamente più convenienti continua ad essere una delle priorità dell’Unione Europea. Per aiutare ad indirizzare al meglio sforzi ed impegni in questa direzione è nato il progetto SCALENANO(Development and scale-up of nanostructured-based materials and processes for low-cost high-efficiency chalcogenide-based photovoltaics’) a cui sono già stati assegnati ben 7,5 milioni di euro nell’ambito del Settimo programma quadro dell’UE (7 ° PQ). Guidati dall’Istituto per la ricerca energetica della Catalogna , i partner dell’iniziativa stanno sviluppando e scalando nuovi processi basati su materiali nanostrutturati per la generazione di dispositivi solari ad alta efficienza, meno costosi e che soddisfino i requisiti di produzione di massa.
Il team, composto da esperti provenienti da Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Svizzera e Regno Unito, sta attualmente impiegando sofisticati strumenti di ricerca per esaminare le modalità con cui ottimizzare il processo di combinazione e cottura dei prodotti chimici, per creare i materiali richiesti dalle celle solari. Sotto i riflettori della squadra di SCALENANO finiranno i calcogenuri in CIGS (Cu (In, Ga) Se 2) impiegati per realizzare fotovoltaico a file sottile di ultima generazione. Allo scopo verrà impiegato un forno di ricottura termica rapido, che riducendo il tempo richiederà anche meno energia abbassando i normali costi di produzione. “Siamo entusiasti di iniziare e siamo fiduciosi di avere gli strumenti e la capacità per contribuire in modo significativo all’innovazione”’, ha commentato Phillip Dale dell’Università di Lussemburgo. “Siamo ansiosi di collaborare con i nostri partner di ricerca”.
SolarTruck porta il fotovoltaico a spasso per l’Italia
(Rinnovabili.it) – CentroSolar mette in moto l’innovazione! Per diffondere la cultura delle rinnovabili e permettere a clienti ed istallatori di essere facilmente raggiunti Centrosolar Italia, parte del Gruppo tedesco CENTROSOLAR AG ha messo su strada il proprio Solar Truck. Attraversando l’Italia e partendo dalla città di Verona il Solar Truck, con il tetto rivestito di moduli fotovoltaici, prenderà dal sole l’energia necessaria al funzionamento della strumentazione di bordo. Computer, monitor e il resto della tecnologia funzioneranno quindi sfruttando energia prodotta senza alcuna emissione di carbonio dimostrando l’efficienza degli impianti fotovoltaici.
Gli obiettivi dell’iniziativa consistono nel diffondere ulteriormente i vantaggi offerti dall’istallazione di un impianto fotovoltaico dando inoltre ai tecnici la possibilità di seguire dei corsi tecnici onsite. Attenzione quindi sia nei confronti della diffusione delle energie a basso impatto ambientale sia alla formazione di tecnici ed esperti di settore con solide basi.
Una spremuta di tabacco nel motore
(Rinnovabili.it) – Gli accaniti fumatori probabilmente storceranno il naso, ma al Lawrence Berkeley National Laboratory il tabacco ha intrapreso una strada produttiva decisamente meno dannosa per la salute umana. Un team di scienziati sta studiando un modo per produrre benzina, diesel e carburante jet dalle foglie di tabacco. Il loro obiettivo è quello di ingegnerizzare le piante per renderle in grado di utilizzare l’energia solare e produrre molecole di carburante direttamente nelle foglie. Quest’ultime verrebbero quindi semplicemente schiacciate per estrarre e separare il combustibile. Secondo i primi calcoli teorici degli scienziati, circa 1000 ettari di tabacco potrebbero produrre oltre un milione di galloni di biofuel.
La scelta della pianta non è un caso se si pensa che negli Usa è coltivato in vaste aree con ottime rendite annuali e che, come specie vegetale, mostra di essere perfettamente suscettibile all’ingegneria genetica. Ma prima di poter fare un pieno di tabacco alla propria auto, i ricercatori hanno ancora parecchie sfide davanti. Il primo passo sarà quello di creare una via breve con cui convertire i raggi solari in molecole di combustibile. “Vogliamo ignorare i processi a valle, come la fermentazione e la produzione di carburanti direttamente in coltura”, spiega Christer Jansson, biochimico a capo del progetto. La squadra spera di creare un impianto enzimatico all’interno della pianta stessa che catturi la CO2 dall’aria per trasformarla in catene di idrocarburi da poter successivamente rompere in molecole più corte, e creare così l’attesa bio-benzina. Jansson inizierà estraendo alcuni geni dei cianobatteri che codificano per enzimi che producono alcani, facendone alcune versioni adatte per ad essere espresse nella pianta del tabacco. Le piante così bio-ingegnerizzate saranno coltivate all’UC Berkeley e monitorate attraverso risonanza magnetica nucleare delle foglie per consentire agli scienziati di individuare eventuali problemi. Il team spera di ottenere la prima pianta in circa 18 mesi; l’obiettivo finale è un tabacco in cui il 20-30 per cento del peso secco è composto da idrocarburi.
12 maggio 2012
Iniziata la costruzione di CITE, la Greencity senza abitanti
(Rinnovabili.it) – E’ passato meno di un anno da quando la società americana Pegasus Global Holdings LLC ha annunciato al mondo la sua intenzione di realizzare un prototipo in scala reale di una città sperimentale priva di cittadini, ma esclusivamente dedicata alla ricerca ed all’innovazione tecnologica. Dopo diversi mesi di ricerca, per individuare il luogo geografico adatto ad accogliere un esperimento di questo tipo, è stata selezionata la contea di Lea County in New Mexico. In questo desertico panorama sorgerà entro pochi anni CITE, The Center for Testing, Evaluation and Innovation, una città di medie dimensioni, estesa per circa 50 kmq e completa di quartieri residenziali, spazi rurali, aree commerciali ed approvvigionamento energetico.Durante la sua costruzione ed una volta completata, CITE sarà un terreno fertile di innovazione per la sostenibilità a tutti i livelli, partendo dalla ricerca, alla quale prenderanno parte anche gli istituti universitaari, passando dalla sperimentazione delle tecnologie, fino ad arrivare alla loro certificazione, pronte per essere esportate nel “mondo reale”. Diverse strutture sorgeranno all’interno del masterplan di CITE, ognuna delle quali avrà una funzione precisa, spaziando a 360° nel campo delle tecnologie applicate, per arrivare a testare ad esempio nuovi sistemi di trasporto intelligente, le smart grid, le energie alternative, i nuovi materiali da costruzione, la sicurezza, le teleconumicazioni e molto altro.L’esperimento forse più interessante di CITE è City Lab, una città tipo di 4 kmq, riprodotta in scala reale con spazi urbani, suburbani e rurali, senza abitanti, ma dotata di una tecnologia in grado di simulare la presenza dei cittadini, testando così le innovazioni in base ai più svariati scenari ed agire di conseguenza. Rispecchiando le città contemporanee, City Lab sarà flessibile ed in continua evoluzione, per arrivare a realizzare greenbuilding sempre più efficienti, dal grattacielo alla fattoria.All’esterno del perimetro di City Lab e lungo tutta la superficie di CITE, sorgeranno i Field Labs, i veri laboratori di sperimentazione delle tecnologie pulite, simultaneamente guidati dal cervello di questo grande macchina, “Backbone”, la sala di controllo sotterranea, connessa a tutte le aree di CITE e che si occuperà di monitorare le trasfomazioni della città.Ultimo elemento di CITE, ma non meno importante, è il Campus, la struttura dove le idee prenderanno vita, aperto agli istituti di ricerca internazionali ed alle università.La realizzazione di CITE inizierà per la fine di giugno, con un investimento iniziale che si aggira attorno ai 400 mln di dollari e che, una volta completato, raggiungerà i dollari.
Lanciato il bando “Energia sostenibile nelle città”
(Rinnovabili.ot) – Al via la quinta edizione del concorso“Energia sostenibile nelle città” promosso dal Ministero dell’Ambiente e dal’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), con il contributo tecnico di Aniem, dedicato alla promozione delle buone pratiche di privati e pubblici che hanno saputo investire nel campo della sostenibilità ambientale ed energetica applicata allapianificazione urbana ed all’edilizia. Lanciato oggi in occasione del Solarexpo di Verona, il concorso è parte integrante della campagna europea “Sustainable Energy Europe” (SEE) in Italia, per la sezione dedicata all’individuazione delle strategie progettuali e dei piani urbanistici che meglio hanno saputo interpretare le problematiche dello sviluppo urbano odierno.
Memore dei successi ottenuti con le passate edizioni, il concorso “Energia sostenibile nelle città”, sarà articolato in tre sezioni:
- Piani urbanistici per l’uso sostenibile dell’energia
, dedicati ai progetti su vasta scala che hanno saputo applicare strategie di riduzione delle emissioni, politiche di low carbon energy e metodologie innovative per la gestione sostenibile ed attiva del territorio. senza dimenticare i fattori economico e sociale, in un’ottica
- Progetti urbani energeticamente sostenibili
, destinati a progetti più puntuali sia legati ad interventi ex-novo che di riqualificazione dell’esistente, orientati alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili, agli edifici ad energia zero, alle aree car free, alla mobilità leggera e sostenibile, nonchè all’efficienza energetica in genere.
- Urbanpromo Sustainable Energy,
destinato a progettisti, società ed enti pubblici e direttamente legato all’evento conclusivo di novembre, per affrontare in maniera trasversale i nodi dell’efficienza energetica e dello sviluppo sostenibile, la qualità delle trasformazioni urbane, le prospettive del mercato immobiliare, la valorizzazione dei beni immobili pubblici, il social housing, la valorizzazione dei paesaggi, la cultura e la città, il finanziamento dei progetti, le opportunità ed i rischi della riforma federalista.
La premiazione dei vincitori avverrà in occasione di Urbanpromo 2012, l’evento conclusivo delle attività del bando, ospitato anche quest’anno dalla città di Bologna e durante il quale verranno esposti i progetti presentati per la terza sezione, alternati ad un ricco calendario di incontri, workshop e seminari sul tema della città sostenibile, in un’ottica di dialogo tra istituzioni, professionisti e cittadini.Lo stesso Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, si è detto fortemente convinto dell’importanza del bando che“perseguono l’attività di divulgazione delle buone pratiche attraverso il riconoscimento dei progetti migliori, dei più innovativi nel campo dell’urbanistica e dell’edilizia sostenibile”, per contribuire attivamente allo sforzo europeo di riduzione delle emissioni e di risparmio energetico nazionale, strumento che potrebbe indubbiamente avere “concrete ricadute economiche sull’intero sistema Italia”.
Bilancio positivo per Solarexpo e Greenbuilding 2012
Si è conclusa oggi la terza giornata dell’edizione 2012 di Solarexpo e Greenbuilding, i due più importanti eventi legati rispettivamente al mondo dell’efficienza energetica e dell’architettura sostenibile, con grande attenzione al tema delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita. Grande affluenza a Verona durante i tre giorni di fiera che hanno confermato l’importante ruolo nazionale ed internazionale, giocato dalla kermesse veronese che ha accolto quest’anno oltre 1.235 espositori provenienti da ben 30 Paesi differenti.Accanto all’evento fieristico-espositivo, si è svolto un ricco calendario di incontri legati all’attualità del sistema legislativo nazionale riservato al mondo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Tra gli appuntamenti più seguiti e più attesi, il momento inaugurale del Solarexpo al quale ha preso parte il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini partecipando all’incontro gli “Stati generali delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia”, un’occasione di confronto tra l’istituzione ed i principali rappresentanti delle Associazioni di settore legate alle rinnovabili, che ha messo in luce le richieste degli operatori e l’esigenza di accelerare i tempi sul sistema di incentivazione.A questo incontro ha fatto seguito il convegno dedicato al Quinto Conto Energia, un altro importante capitolo dell’attualità nazionale. Durante il convegno Gerardo Montanino, direttore della Divisione operativa del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha risposto in tempo reale alle domande degli operatori sugli aspetti procedurali e tecnici per l’acquisizione della tariffa incentivante.Il settore riservato al comparto edilizio non è stato da meno in quanto ad eventi speciali, lasciando molto spazio anche a seminari e workshop dedicati all’interazione diretta tra produttori e consumatori, ovvero tra domanda ed offerta. Primo fra tutti l’evento speciale Solarch, a cavallo tra Solarexpo e Greenbuilding, un padiglione esclusivamente dedicato alla continuità tra le sperimentazioni tecnologiche solari e l’architettura. Notevole successo hanno riscontrato anche gli Instant Show, i laboratori tecnologici sulle sperimentazioni greenbuilding dedicati quest’anno alle schermature solari con il workshop di Aniest, al verde pensile con Aivep (Associazione italiana verde pensile) e all’involucro esterno ad alte prestazioni.Sostenibilità ed innovazione tra i padiglioniMoltissime le novità presentate in occasione di Solarexpo e Greenbuilding che hanno evidenziato la notevole attenzione riservato al tema sicurezza ed efficienza. Innovazione degli impianti e potenziamento dell’offerta con i pannelli termovoltaici in grado di produrre simultaneamente energia elettrica e termica; sicurezza degli impianti con il Pneumatic Safety System, il sistema che permette di selezionare il singolo pannello fotovoltaico da mettere in funzione per evitare dispersioni inutili di energia.Grande attenzione alla mobilità sostenibile con le proposte di E:Move l’area esclusivamente dedicata ai modelli in commercio ed ai prototipi di veicoli ibridi, scooter, moto e biciclette elettriche, ovviamente affiancati dall’area Test Drive dove è stato possibile provare direttamente i modelli esposti.Nei padiglioni destinati a Greenbuilding non poteva mancare l’elemento domotica, presentato nelle più svariate forme e destinato ad una sempre maggiore interazione tra i differenti elementi della casa, per arrivare alla realizzazione di vere e proprie “Smart House”, capaci di contenere i consumi e migliorare la qualità della vita. Innovazione tecnologica e scientifica per le ultime novità legate ai materiali da costruzione, sempre più efficaci dal punto di vista prestazionale, ma di ridotto impatto ambientale.Verde pensile, biomattoni, coibentazione naturale, bioedilizia, illuminazione a basso consumo e certificazioni energetiche hanno completato il quadro dell’interessante bacino d’innovazione dei due eventi che rende sempre più vicino il fatidico 2020.
7 maggio 2012
“Ecodogane” contro l’inquinamento transfrontaliero
(Rinnovabili.it) – Dopo anni di negoziati e colloqui, le Parti alla Convenzione sull’inquinamento atmosferico dell’UNECE hanno raggiunto un nuovo accordo internazionale per aggiornare il protocollo di Göteborg, il trattato che fissa limiti d’emissione per l’inquinamento atmosferico transfrontaliero in Europa, Stati Uniti e Canada. Adottato il 30 novembre 1999, il protocollo stabilisce gli standard nazionali per quattro inquinanti: zolfo, ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV) e ammoniaca, tutte sostanze in grado esercitare i propri effetti negativi su suolo, vegetazione, acque a distanze di centinaia e migliaia di chilometri dal punto di emissione e spesso in paesi diversi da quelli in cui sono state prodotte.
Per rafforzare la strategia ambientale contro l’inquinamento transfrontaliero sono stati proposti e approvati nuovi obiettivi di riduzione e il nuovo testo del protocollo include ora nuovi impegni da raggiungere a partire dal 2020 e soprattutto – per la prima volta – vincoli emissivi per le polveri sottili. I nuovi obiettivi del protocollo chiedono, entro il 2020, ai paesi firmatari una riduzione delle emissioni di circa il 60% per lo zolfo, del 40% per gli ossidi di azoto (NOx), del 30% per i composti organici volatili (COV), del 6% per l’ammoniaca e del 20% per il particolato rispetto ai livelli del 2005. Le parti hanno stretto un accordo anche sul cosiddetto ‘Carbon Black’, o nero fumo, una sostanza inquinante di breve ma con un effetto climatico molto più potente della CO2.
“Si tratta – ha dichiarato Janez Potočnik, commissario europeo per l’ambiente – di un significativo passo in avanti nella tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Per la prima volta, abbiamo un accordo internazionale che riconosce il nesso tra inquinamento atmosferico e cambiamento climatico. Accettando di regolare anche il ‘Carbon Black’, vedremo effetti positivi sia a livello locale che internazionale”.
Entra in vigore ‘Zone Green NYC’: addio vecchia urbanistica
(Rinnovabili.it) – Il New York City Council ha definitivamente approvato il pacchetto di modifiche contenute nella proposta “Zone Green NYC”, il nuovo piano regolatore che aggiornerà le leggi urbanistiche ed edilizie fino ad oggi applicati nella Grande Mela, avvicinando New York agli obiettivi di riduzione delle emissioni nocive fissati per il 2030.
Presentato ai cittadini i primi di gennaio, il piano “Zone Green” comprende 10 modifiche sostanziali ai regolamenti edilizi di zoonizzazione, introducendo le tecnologie energetiche efficienti, fino ad oggi assenti nei testi legislativi aggiornati al 1961.
Le modifiche renderanno più semplici le procedure di ammodernamento e riqualificazione degli edifici con l’inserimento di fonti rinnovabili, abolendo i vecchi requisiti che limitavano l’altezza degli edifici impedendo ai proprietari di installare e rendendo più snelle le procedure di approvazione per l’installazione di lucernari, tetti verdi, pannelli solari, serre, fotovoltaico ed anche pale eoliche.Secondo la Green Codes Task Force, il team di professionisti creato per redigere il nuovo piano, con l’applicazione di Zone Green la città risparmierà oltre 15 mld di dollari solo abbattendo i consumi energetici, alleggerendo le bollette dei cittadini di circa 800 mld di dollari complessivi l’anno.
Il regolamento entrato in vigore Lunedì scorso, si applica agli edifici residenziali, commerciali ed agli impianti industriali che saranno sottoposti a periodici controlli di monitoraggio dei consumi, per ridurre progressivamente gli sprechi e rendere la struttura sempre più efficiente.
La società civile si prepara a Rio+20
(Rinnovabili.it) – Un blog in cui commentare e dire la propria opinione sui temi che saranno affrontati a giugno dalla conferenza internazionale Rio+20. È quanto sarà coordinato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile che, su incarico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, avrà il compito di gestire il sito destinato ad accogliere i contributi dell’intera società civile italiana in vista della conferenza internazionale di Rio de Janeiro. Come spiegato anche dalla Fondazione, il Blog della società civile per Rio+20 “rappresenta uno strumento telematico messo a disposizione di tutte le associazioni, gli stakeholder e i cittadini Italiani per la partecipazione attiva alle istanze del grande discorso internazionale sulla Green economy e sullo Sviluppo sostenibile”. L’iniziativa appena messa in atto, infatti, ha come obiettivo quello di alimentare il dibattito, coinvolgendo tutti i soggetti interessati a prendere decisioni e a discutere sulle varie tematiche in maniera allargata e partecipata.
L’importanza della partecipazione della società civile al negoziato è stata ribadita anche dal Segretario Generale dell’ONU Ban Ki Moon, che ha spiegato il ruolo che questo genere di governance dovrà assumere nel post Rio. Per quanto riguarda l’Italia, a fine maggio il Ministero convocherà un’assemblea generale, durante la quale saranno presentati e discussi tutti i contributi raccolti dal blog.
Clini: decreti rinnovabili, c’è spazio per una revisione
(Rinnovabili.it) – Quinto Conto Energia e Decreto Rinnovabili elettriche. Per i tanto attesi provvedimenti ministeriali sembrerebbe arrivato il momento della resa dei conti. E’ stato fissato per questo giovedì 10 maggio l’incontro tra Governo e Regioni in conferenza Unificata per discutere del testo dei due decreti in cui è contenuto il destino delle eco-energie italiane. Un’incontro particolarmente atteso, e su cui il ministro dell’Ambiente Corrado Clini riserva particolare fiducia. “Credo che le Regioni – ha commentato Clini a margine di un incontro al Politecnico di Milano – porteranno un contributo che consentirà di rendere più equilibrata la misura incentivante consentendo di assicurare lo sviluppo del settore delle rinnovabili in Italia”.
E’ attesa dunque, come spiega lo stesso Clini, un’ulteriore revisione ancor più finalizzata a rendere la produzione green di supporto ad un sistema di generazione e distribuzione diffusa, “superando i fenomeni speculativi del passato”. In attesa dell’incontro di giovedì, le associazioni di settore si sono date appuntamento domani al Senato per presentare delle proposte di modifica ai Decreti Legge sulle rinnovabili e sul quinto conto energia fotovoltaico; le stesse proposte saranno presentate anche a Clini, in occasione dell’evento “Stati generali delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia” che si svolgerà il 9 maggio nell’ambito della Fiera Solarexpo di Verona.
5 maggio 2012
I Caschi Blu lottano contro…l’inquinamento!
(Rinnovabili.it) – Le Forze di Pace continuano la lotta contro le emissioni inquinanti. Lo conferma l’impegno dei Caschi Blu delle Nazioni Unite che già da tempo danno largo spazio all’utilizzo di energia prodotta da fonte rinnovabile e a veicoli elettrici per ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di pace e tagliare i costi energetici.
L’utilizzo di energie alternative, di materiali da costruzione naturali e di tecnologie che permette un uso efficiente delle risorse idriche ha aiutato e sta favorendo la riduzione le emissioni collegate alle attività delle Forze di Pace dell’Onu A confermarlo sarebbero i dati contenuti in un nuovo importante rapporto dove si legge che quasi 122.000 persone, che rappresentano più della metà dell’organizzazione, sono attualmente coinvolte in 16 operazioni in paesi dilaniati dalla guerra, per un’impronta di carbonio stimata in 1,8 milioni di tonnellate.
Tuttavia dal documento si evince come ci siano effettivamente ampi margini di riduzione dell’impatto inquinante delle spedizioni attraverso l’incremento dell’impiego di tecnologie pulite in grado di rendere energeticamente autonomi i campi base. Il rapporto riporta inoltre esempi di come i soldati siano riusciti a ridurre il loro impatto e migliorare l’efficacia della loro missione partendo dalla Interim Force in Lebanon (UNIFIL), le cui iniziative spaziano dall’uso di auto elettriche presso la sede della missione in Naqoura, all’installazione di sistemi di alimentazione efficienti di generazione di energia e alla creazione di un impianto di riciclaggio per bottiglie di plastica, lattine e vetro.
Nel frattempo, la missione di pace delle Nazioni Unite a Timor-Leste (UNMIT) ha ridotto le auto di un quinto e il consumo di carburante del 15 per cento in un anno. Questo ha portato ad un risparmio di 360 mila dollari in carburante su una spesa totale annua per l’Onu che equivale a 638 milioni di dollari, con il potenziale di ottenere un risparmio annuale di 95.7 milioni allargando l’utilizzo di mezzi a basso impatto.
Anche l’uso di pannelli solari per ricaricare radio e altri sistemi è in aumento. In termini di efficienza idrica, la missione in Sudan ha optato per docce a gettone a basso flusso che dimezzano il consumo di acqua, così come orinatoi senz’acqua che consentono di risparmiare fino a 170.000 litri di acqua per unità.
Anche sistemi di raccolta dell’acqua piovana e di riciclo di circa 85.000 litri di acque reflue al giorno hanno contribuito a rendere più veloce e fruttuoso il raggiungimento per le Nazioni Unite dell’obiettivo generale di ridurre il consumo annuale di acqua dolce fino al 40 per cento.
“Greening the Blue non è solo il nostro motto”, ha detto Hervé Ladsous, sotto-segretario generale e capo del Dipartimento delle Operazioni di Peacekeeping. “E’ anche il nostro impegno per garantire che le forze di pace abbiano un impatto duraturo e positivo nei paesi in cui stazionano”.L’utilizzo di energie alternative, di materiali da costruzione naturali e di tecnologie che permette un uso efficiente delle risorse idriche ha aiutato e sta favorendo la riduzione le emissioni collegate alle attività delle Forze di Pace dell’Onu A confermarlo sarebbero i dati contenuti in un nuovo importante rapporto dove si legge che quasi 122.000 persone, che rappresentano più della metà dell’organizzazione, sono attualmente coinvolte in 16 operazioni in paesi dilaniati dalla guerra, per un’impronta di carbonio stimata in 1,8 milioni di tonnellate.Tuttavia dal documento si evince come ci siano effettivamente ampi margini di riduzione dell’impatto inquinante delle spedizioni attraverso l’incremento dell’impiego di tecnologie pulite in grado di rendere energeticamente autonomi i campi base. Il rapporto riporta inoltre esempi di come i soldati siano riusciti a ridurre il loro impatto e migliorare l’efficacia della loro missione partendo dalla Interim Force in Lebanon (UNIFIL), le cui iniziative spaziano dall’uso di auto elettriche presso la sede della missione in Naqoura, all’installazione di sistemi di alimentazione efficienti di generazione di energia e alla creazione di un impianto di riciclaggio per bottiglie di plastica, lattine e vetro.Nel frattempo, la missione di pace delle Nazioni Unite a Timor-Leste (UNMIT) ha ridotto le auto di un quinto e il consumo di carburante del 15 per cento in un anno. Questo ha portato ad un risparmio di 360 mila dollari in carburante su una spesa totale annua per l’Onu che equivale a 638 milioni di dollari, con il potenziale di ottenere un risparmio annuale di 95.7 milioni allargando l’utilizzo di mezzi a basso impatto.Anche l’uso di pannelli solari per ricaricare radio e altri sistemi è in aumento. In termini di efficienza idrica, la missione in Sudan ha optato per docce a gettone a basso flusso che dimezzano il consumo di acqua, così come orinatoi senz’acqua che consentono di risparmiare fino a 170.000 litri di acqua per unità.Anche sistemi di raccolta dell’acqua piovana e di riciclo di circa 85.000 litri di acque reflue al giorno hanno contribuito a rendere più veloce e fruttuoso il raggiungimento per le Nazioni Unite dell’obiettivo generale di ridurre il consumo annuale di acqua dolce fino al 40 per cento.“Greening the Blue non è solo il nostro motto”, ha detto Hervé Ladsous, sotto-segretario generale e capo del Dipartimento delle Operazioni di Peacekeeping. “E’ anche il nostro impegno per garantire che le forze di pace abbiano un impatto duraturo e positivo nei paesi in cui stazionano”.
Solar Planet è giunto con successo all’ultima tappa
(Rinnovabili.it) – Ultima tappa per il catamarano solare Planet Solar. Alimentato esclusivamente sfruttando l’energia prodotta da ben38mila celle solari l’imbarcazione, partita il 27 settembre 2010, nel corso dei mesi ha toccato 28 paesi, segnato un record mondiale per aver impiegato esclusivamente la forza del sole e percorso 60mila chilometri in 585 giorni per poi concludere il viaggio alle 14 di oggi attraccando nel porto del Principato di Monaco.
Il viaggio, intrapreso per poter dimostrare che ci sono valide alternative ai combustibili fossili in grado di garantire efficienza e sicurezza per chi si sposta, potrebbe dare un aiuto consistente alle agende politiche delle nazioni concentrate nella riduzione delle emissioni climalteranti avendo raggiunto gli obiettivi fissati prima della partenza, dimostrando inoltre l’efficienza delle energie prodotte da fonte rinnovabile.
“Abbiamo dimostrato che abbiamo le tecnologie e le conoscenze necessarie per diventare sostenibili e salvaguardare il nostro pianeta blu“, ha commentato dalla Svizzera il capo della spedizione Raphael Domjan.
E adesso che le tappe sono finite Planet Solar si mette a disposizione dei curiosi fino al 6 maggio, per una tre giorni durante i quali sarà possibile salire a bordo e visitare il catamarano. Tra gli ospiti anche il il Principe Alberto di Monaco che assisterà ad uno spettacolo a bordo illuminato esclusivamente grazie all’elettricità fotovoltaica accumulata dalle batterie al litio presenti a bordo.
Finestre super efficienti per gli edifici storici
(Rinnovabili.it) – Gli edifici storici costituiscono il marchio distintivo di numerose città europee, simbolo vivente del ricco patrimonio culturale del Continente e riflesso più puro dell’identità della società. Al tempo stesso però costituiscono un’area in cui l’alto livello di inefficienza energetica sta contribuendo ad una consistente percentuale di emissioni di gas serra. Per risolvere il problema nasce il progetto 3ENCULT (Efficient energy for EU cultural heritage) che vede schierato un qualificato team di esperti internazionali nell’impresa di rendere gli edifici storici più energicamente più efficienti. 3ENCULT, che ha ricevuto quasi 5 milioni di euro dei fondi del Settimo programma quadro dell’UE (7° PQ), riunisce ricercatori provenienti da Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito.La prima fase del progetto ha implicato la riqualificazione degli infissi della Waaghaus, antica pesa pubblica situata a Bolzano. Per questo progetto, il curatore dell’edificio Waltraud Kofler-Engl e il designer Franz Freundorfer hanno pensato e realizzato una finestra a risparmio energetico in grado di integrarsi in maniera ottimale nella facciata sia esteticamente che stilisticamente. Il risultato del progetto si chiama SmartWin Historic Window, e il primo prototipo è stato installato nella Waaghaus a febbraio 2012. Spiega Alexandra Troi, vice-direttore dell’Istituto per le Energie Rinnovabili (EURAC) presso l’Accademia Europea di Bolzano e coordinatore scientifico di 3ENCULT: “Con la nostra finestra, crediamo di avere trovato una soluzione per tutti gli edifici storici. La SmartWin Historic Window non è solo un infisso con un’alta prestazione isolante che si inserisce perfettamente negli edifici storici, ma è anche conveniente. Ora misureremo ed analizzeremo i diversi parametri di questo prototipo confrontandoli con quelli di una delle vecchie finestre del 1950”.
Il Giappone spegne l’ultimo reattore nucleare
(Rinnovabili.it) – “Un Giappone senza nucleare è un Giappone più sicuro. Per garantirsi un futuro di prosperità, il nostro Paese deve rottamare il nucleare a vantaggio delle rinnovabili”. Sono queste le parole con cui il Direttore Esecutivo di Greenpeace Giappone, Junichi Sato, si è rivolto al Governo giapponese, affinché punti a un Paese denuclearizzato in cui efficienza energetica e fonti rinnovabili facciano da padrone. L’appello di Greenpeace arriva proprio in concomitanza dello spegnimento, domani, dell’ultimo reattore nucleare ancora funzionante, quello di Tomari, l’ultimo dei 54 presenti sull’isola.
Sato rammenta le conseguenze a cui sono ancora oggi sottoposte le centinaia di migliaia di persone colpite dal disastro di Fukushima e impegnate in prima linea a chiedere alle istituzioni che il Paese abbandoni definitivamente l’atomo per rivolgersi al mondo più pulito e sicuro delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Come dimostrato anche dal rapporto che Greenpeace ha pubblicato poco dopo l’incidente di Fukushima, Energy Revolution Japan, il Paese può tranquillamente fare a meno del nucleare migliorando la gestione della domanda energetica e puntando su FER ed efficienza energetica. Sato ha, infatti, spiegato che sul piano della produzione elettrica, il picco di domanda estivo può essere gestito aumentando l’efficienza e gestendo in maniera oculata il risparmio energetico. “Il disastro di Fukushima – ha detto – ha dimostrato che i reattori nucleari giapponesi e le istituzioni che li gestiscono non sarebbero in grado di sopportare un altro grosso terremoto, che gli esperti ci predicono per i prossimi anni. Semplicemente, non vale la pena di correre questi rischi quando sappiamo con certezza che le alternative sono a portata di mano”.
2 maggio 2012
ABB espande la gamma dei prodotti Symphony Plus
ABB, gruppo leader nelle tecnologie per l’energia e l’automazione, ha annunciato il rilascio di una serie di nuovi prodotti parte della sua piattaforma per l’automazione totale d’impianto per le industrie di generazione di energia e dell’acqua, SymphonyTM Plus.I nuovi prodotti includono il Symphony Plus Control HPC800, un nuovo controllore di processo ad alte prestazioni, e tre moduli interfaccia che espandono la connettività del controllore a dispositivi elettronici intelligenti che fanno uso dei protocolli di comunicazione PROFIBUS DP e HART.
L’HPC800 si unisce ai controllori esistenti Symphony Plus Rack ed è adatto ad applicazioni che richiedono un montaggio a guida DIN. L’HPC800 è dotato anche di una rete d’impianto ad alta velocità basata su ethernet che lo rende la soluzione ideale per applicazioni di controllo geograficamente distanti in impianti di generazione da energie convenzionali, rinnovabile e nelle reti idriche.
Il nuovo controllore combinato con PROFIBUS e HART permette l’integrazione di dispositivi intelligenti quali trasmettitori, attuatori, centri di controllo dei motori, rilevatori fiamma e altri prodotti elettronici. Usando gli stessi function code di Symphony Plus, Harmony, e INFI 90, il controllore HPC800 permette al cliente di riutilizzare con piena efficienza l’ampia biblioteca di soluzioni di controllo ABB.
“Questi nuovi prodotti sono stati progettati per fornire la massima flessibilità di sistema, affidabilità ed efficienza” ha affermato Franz-Josef Mengede, responsabile globale del business della generazione di energia di ABB, parte della divisione Power Systems.
“L’iniziativa supporta l’impegno continuo di ABB nei confronti del Symphony Plus ed è parte della politica di ‘Evoluzione senza obsolescenza’ che si impegna ad introdurre nuove tecnologie proteggendo al contempo gli investimenti a lungo termine del cliente assicurando la compatibilità con le generazioni precedenti.”
I prodotti si aggiungono alla vasta gamma di nuove funzionalità e miglioramenti introdotti in tutte le aree della piattaforma Symphony Plus, che spaziano dall’integrazione elettrica all’efficienza ingegneristica alla sicurezza dei dati online (cyber security).
Symphony Plus è stato lanciato come l’ultima generazione dell’acclamata famiglia di sistemi di controllo Symphony. Con più di 6.000 sistemi installati nel corso degli scorsi 30 anni, molti dei quali nella generazione di energia e nel settore dell’acqua, Symphony Plus rappresenta una delle più vaste basi installate di sistemi di controllo distribuito (DCS) nel mondo.
Iscriviti a:
Post (Atom)