31 marzo 2012
Servono 1,4 milioni di firme per salvare l'Amazzonia
"Save the Amazon", la nuova campagna mondiale per salvare l'Amazzonia è partita. Da Manaus, a bordo della nuova Rainbow Warrior, ci siamo uniti alla società civile brasiliana per chiedere una legge "Deforestazione Zero" in Brasile.
Se vogliamo salvare il più grande polmone del pianeta, dobbiamo raccogliere 1,4 milioni di firme di cittadini brasiliani da consegnare al Governo.
L'Amazzonia rischia di essere distrutta da delle modifiche all'attuale Codice Forestale che, se approvate dal Congresso, stravolgeranno la legge che per anni ha consentito la protezione delle foreste in Brasile. Ecco perché la Rainbow Warrior, la nostra ammiraglia, si spingerà in un lungo viaggio di denuncia e sensibilizzazione che, partendo dal cuore dell'Amazzonia, giungerà a Rio de Janeiro.
Durante la spedizione ci impegneremo a raccogliere 1,4 milioni di firme per aiutare il popolo brasiliano a far sentire la propria voce ai rappresentanti del Paese. Inoltre, in questa missione incredibile, denunceremo i crimini forestali e mostreremo come poterli combattere con alternative sostenibili per salvare l'Amazzonia.
Il viaggio della Rainbow Warrior precede un importante evento. A soli tre mesi da oggi, tra il 20 e il 22 Giugno 2012, si terrà infatti la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile di Rio de Janeiro, occasione nella quale tutti i riflettori si accenderanno sulla Presidente brasiliana Dilma Roussef.
Il Brasile è ormai la sesta potenza economica a livello globale, ma nonostante la sua repentina crescita finanziaria in questi anni è riuscita a ridurre il tasso di deforestazione in Amazzonia. Questo importante dato è la prova che sviluppo economico e sostenibilità possono coesistere!
È necessario che anche il Primo Ministro e il Congresso brasiliano si rendano conto delle conseguenze alle quali si andrebbe incontro incentivando la deforestazione con normative inefficaci. Se non fermiamo ora questo processo, alla fine di questo secolo l'Amazzonia sarà solo una savana e questo non possiamo permettercelo.
Entra in azione, aiuta il popolo brasiliano su "Save the Amazon".
Il clima nascosto nei manoscritti iracheni
(Rinnovabili.it) – Un team di esperti dell’Università dell’Estremadura ha analizzato il clima del passato, studiando i dati contenuti in una serie di manoscritti iracheni risalenti al IX e X secolo dopo Cristo. I documenti, risalenti al periodo che per l’Iraq viene definito “L’età dell’Oro dell’Islam”, sono stati datati tra l’816 e il 1009 e hanno permesso di ricostruire con maggiore precisione gli eventi climatici del passato studiandone anche le anomalie e confrontando le precipitazioni dell’epoca con le attuali per definire se i modelli meteo sono o meno variati nel tempo.
Non bastano quindi le analisi normalmente effettuate su campioni di ghiaccio prelevati al polo o ottenuti mediante l’analisi degli anelli nei tronchi degli alberi per avere un quadro climatico completo del passato, visto che in molti manoscritti sono contenute informazioni importanti e dettagliate. Nei documenti iracheni infatti si possono trovare descrizioni di evento meteo eccezionali che hanno avuto una particolare incidenza sulla popolazione. Si tratta ad esempio di periodi prolungati di siccità, di alluvioni e di inondazioni ma negli archivi di Baghdad è stato anche possibile venire a conoscenza di grandinate, congelamento dei fiumi e di rare nevicate. Tra gli eventi di maggiore rilevanza un aumento dei periodi di freddo intenso registrati nella prima metà del X secolo e un calo particolare della temperatura nel luglio del 920, oltre a tre nevicate negli anni 908, 944 e 1007, ovvero durante un periodo di cento anni.
Nuove turbine eoliche ispirate alla memoria umana
La tecnologia si ispira alla mente umana. Circuiti che “pensano” come il nostro cervello. Nuove frontiere per la ricerca scientifica. E’ questo l’approccio utilizzato da un team di ricercatori cinesi per rendere più efficienti le turbine eoliche. Questi scienziati hanno, infatti, sviluppato un sistema di controllo delle turbine ispirato ai metodi del comportamento umano, per rendere più performante la produzione di energia pulita.
Il nuovo sistema di controllo delle turbine eoliche usa il “ricordo” delle esperienze passate per generare azioni nuove. Ad ogni azione umana, gli scienziati ne hanno contrapposta una del sistema di controllo della turbina: per esempio, al ricordo delle passate esperienze, i ricercatori hanno contrapposto l’analisi dei precedenti segnali generati dal sistema; agli obiettivi umani, il raggiungimento della risposta desiderata dal sistema; al paragone con gli errori del passato, il controllo delle difformità della turbina.Gran parte delle turbine eoliche tradizionali, invece - spiegano i ricercatori – sono disegnate per produrre la maggior quantità possibile di energia quando il vento raggiunge una certa velocità, detta “velocità nominale”. Quando questo valore è minore o maggiore dello standard imposto, i sistemi di controllo della turbina possono variare alcuni parametri, come, ad esempio, modificare l’angolo delle pale: cambiamenti che aiutano a mantenere la resa energetica alta in caso di venti deboli o che proteggono la turbina dai danni nel caso di venti forti. Sistemi, a detta del team di ricercatori che ha studiato il nuovo modello, che sono molto complessi, oltre che costosi.
Il nuovo metodo, durante le simulazioni, ha dato inizialmente risultati poco performanti, ma ha saputo dimostrare di saper “imparare” e migliorare rapidamente, adattandosi alle performance raggiunte dai tradizionali e più costosi sistemi.
“Il metodo, ispirato ai modelli di comportamento umano è molto interessante” spiegano i ricercatori, che concludono: “questo studio racchiude in sé molte potenzialità per migliorare l’efficienza dell’energia eolica”. Una forma di energia che, è bene ricordarlo nell’Anno Internazionale della Sostenibilità, è ricca di benefici per l’economia e e per l’ambiente.
La ricerca, i cui autori principali sono YongDuan Song, WenChuan Cai, Peng Li e YongSheng Hu, è stata recentemente pubblicata sul Journal of Renewable and Sustainable Energy.
Vivi sostenibile e"fa la cosa giusta"
Riparte la nona edizione di “Fà la cosa giusta!”, l’evento dedicato al consumo critico e agli stili di vita sostenibili organizzata a Milano dal 30 marzo al 1 aprile. Come ogni anno la fiera organizzata da Terre di Mezzo Eventi cercherà di avvicinare cittadini e professionisti al mondo della sostenibilità ambientale, per fornire un ottimo spunto di riflessione sulla qualità del nostro vivere, spaziando tra numerosi argomenti quali il turismo consapevole, l’alimentazione, cosmesi naturale, commercio equo e solidale, l’eco-design, la mobilità sostenibile, fino ad arrivare all’Abitare green. Oltre700 espositori sono attesi per l’edizione 2012 dell’evento che focalizzerà l’attenzione su 11 differenti tematiche con idee, prodotti e ultime novità del mondo del consumo critico.Grande spazio sarà riservato quest’anno alla sezione del Turismo Consapevole, oggi più che mai importante per il nostro Paese come antidoto alla crisi economica, attraverso la valorizzazione del territorio e le differenti proposte dedicate al turismo slow, alla quale si affiancherà la sezione Mangia come parli, occasione importante per fare il punto sulle qualità dell’agricoltura sostenibile con appositi workshop riservati alla produzione a chilometro zero.
Tra le numerose novità che verranno presentate quest’anno, un importante focus riservato al comparto edilizio, con grande attenzione al cruciale tema della certificazione edilizia, un punto di grande importanza che come ben sappiamo determina la qualità del nostro vivere. Nella sezione Abitare Green, sarà quindi possibile parlare direttamente con professionisti abilitati per ottenere la certificazione energetica di un edificio esistente o addirittura di un progetto ad hoc, o apprendere le importanti nozioni rivolte al risparmio energetico ed alla sostenibilità dei materiali, sperimentando direttamente le infinite possibilità che legano il riciclo all’eco-design: come la realizzazione di elementi di arredo naturali, costruiti utilizzando bambù, cartone o sughero.
Non poteva mancare la Mobilità sostenibile, che presenterà a tutti i visitatori, le innumerevoli possibilità per spostarsi a consumo zero e senza limitazioni di traffico: auto elettriche e ibride in pole position, seguite dai sempre più diffusi scooter a zero emissioni e dalle ormai affermate biciclette elettriche. Inoltre i visitatori avranno la possibilità di provare personalmente questi innovativi mezzi di trasporto testandoli nel circuito esterno, ovviamente appositamente realizzato con pannelli di gomma interamente ricavata dal riciclo di pneumatici di auto da smaltire, un sistema ottimale per le piste ciclabili.
Forte presenza del Comune di Milano che anche quest’anno metterà a disposizione dei visitatori il servizio pubblico di BikeSharing (Bike-MI) e di car sharing (Guida-MI), avviando nel corso dell’evento, un dialogo tra amministrazione e cittadini.
L’aspetto più importante di Fà la cosa giusta!, che fin dalla sua prima edizione ne ha caratterizzato lo svolgimento, è il forte impegno sul tema della sostenibilità, a partire dall’organizzazione stessa dell’evento sviluppata a partire dal concetto delle “3 R”: riduco, riuso e riciclo. Le pareti e i materiali elettrici degli stand sono riutilizzati per successive edizioni della fiera ogni anno, con un minor impatto a livello di consumo energetico ed emissioni di CO2 rispetto ad un allestimento riciclabile ma “usa e getta”. Le piazze della fiera sono realizzate in Ecopallet di Palm, bancali in legno certificato provenienti da filiere corte; stoviglie, shopper, e materiali vari saranno esclusivamente riciclabili, inoltre Fà la cosa giusta! ha ottenuto da Multiutility la certificazione 100% energia pulita che immetterà in rete una quantità di energia da fonti rinnovabili pari a quella effettivamente consumata dall’evento, risparmiando un quantitativo di CO2 pari a 13,98 tonnellate di e 5.000 Kg di petrolio risparmiati.
30 marzo 2012
Rapporto certificazioni 2012: serve normativa nazionale
(Rinnovabili.it) – In occasione della Fiera Mostra Convegno Expocomfort 2012 è andato in scena il Secondo Forum Nazionale sulla Certificazione Energetica degli Edifici organizzato dal Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente, coordinato da Giuliano Dall’O', responsabile del coordinamento scientifico del rapporto e docente al Politecnico di Milano, che fotografa la situazione italiana al 31 dicembre 2011. Segnali discordanti quelli che emergono dal rapporto che mette in luce un dato particolarmente positivo del panorama italiano, individuando più di 1.375.023 Attestati di Certificazione Energetica censiti, tra i migliori risultati d’Europa. Tuttavia va sottolineato che di questo totale, circa il 95% risulta redatto al Nord, dove nella sola Lombardia sono stati presentati circa 700.000 certificati, scendendo al 4% per il Centro e al solo 1% per il Sud. Nonostante l’ormai famosa Direttiva Europea 2010/31/UE in via di recepimento stia spingendo sul fronte delle certificazioni energetiche degli edifici, la situazione italiana è piuttosto complessa: solo quattro Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) possiedono un catasto energetico regionale e purtroppo ben dieci Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna, Umbria e Veneto) non possiedono nessun tipo di legge quadro in materia.Il rapporto presenta poi un quadro abbastanza allarmante in quanto alle figure professionali incaricate di redigere le certificazoni: nonostante risultino essere più di 40.000 i certificatori accreditati, a testimonianza della grande importanza attribuita all’argomento, solo otto Regioni (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Trento e Valle d’Aosta) possiedono già un elenco completo dei professionisti abilitati, altre 5 (Abruzzo, Basilicata, Lazio, Umbria e Veneto) prevedono di costituirlo a breve, ma delle Regioni restanti nessuna sembra intenzionata a provvedere.Dal 1° gennaio 2012 il Dlgs 28/2011 ha reso obbligatoria l’indicazione dell’indice di prestazione energetica contenuto negli annunci di compravendita immobiliare, questo richiesta ha provocato un’importante crescita delle richieste di certificazioni, spingendo molti proprietari e molti costruttori a rivolgersi direttamente a favore di edifici in classe A o comunque in grado di garantire prestazioni efficienti. Tenuto conto di ciò, l’indagine del CTI, sottolinea la fondamentale importanza di una regolamentazione nazionale, indispensabile anche per uniformare le innumerevoli metodologie di calcolo attualmente adottate a seconda della Regione ed per disincentivare i “falsi certificatori” che hanno di recente invaso il mercato, mettendo in serio pericolo un settore lavorativo, ma soprattutto la sicurezza delle strutture.
Un "Tavolo per l'energia" tra Enel e Confagricoltura
(Rinnovabili.it) – Esiste una storia di collaborazioni tra Enel e Confagricoltura, nata dalla volontà di sostenere la competitività del settore agricolo, garantendo contemporaneamente l’eccellenza in materia di efficienza energetica. Per rafforzarne le fibre naturali, il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, e l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, hanno stretto oggi un nuovo accordo quadro. La neo-intesa è stata firmata a Taormina in occasione del Forum economico dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli e mira allo sviluppo congiunto delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Insieme i due partner daranno vita a sinergie sul tema delle eco-energie più idonee al comparto agricolo, valutando le opportunità legate al fotovoltaico, al minieolico, al biogas, alle biomasse. Dal canto suo, Enel offrirà alle aziende della Confederazione il sostegno tecnico e commerciale,indirizzando la scelta degli impianti in base alle specifiche caratteristiche territoriali e supportando le attività di connessione alla rete delle istallazioni.“Le agroenergie – ha dichiarato Mario Guidi – sono un’attività economica fondamentale, in grado di produrre reddito ed occupazione, ma svolgono anche un’importante funzione in termini ambientali e nel mantenimento del tessuto agricolo sul territorio. Inoltre, nella misura in cui le filiere sono alimentate da materie prime agricole nazionali, possono aumentare il grado di auto approvvigionamento energetico del Paese”.Parte attiva dell’accordo sarà anche la collaborazione mirata alla valorizzazione dei sottoprodotti agricoli, al recupero a fini agro-energetici dei terreni incolti, a progetti pilota sui temi dell’efficienza energetica, delle Smart Grids e della mobilità elettrica per il trasporto di persone e merci nelle aree agricole. I protocolli operativi del progetto saranno preparati da un “Tavolo per l’Energia”, istituito ad hoc nell’arco dei prossimi due mesi al fine di analizzare le situazioni specifiche, mentre uno “Sportello qualità” fornirà un costante raccordo tra le aziende agricole e il servizio fornito da Enel.
Stati generali delle fonti rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Si terranno a Roma lunedì 2 aprile gli Stati Generali delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica organizzati per fare in modo che le 17 Associazioni delle rinnovabili finora aderenti al progetto, possano confrontarsi con i Ministeri competenti. Le indiscrezioni trapelate sulle bozze dei decreti ministeriali per la definizione di nuovi sistemi di incentivazione e su un eventuale V Conto Energia stanno infatti creando malcontento e incertezze tra operatori di settore, associazioni e investitori mettendo in difficoltà l’intero comparto. Da qui l’esigenza di un confronto con le istituzioni per capire quanto tempo è ancora necessario prima che le misure a sostegno delle tecnologie rinnovabili vengano attuate dopo un ritardo di ormai 6 mesi rispetto alle date contenute nel Dlgs. 28 del 2011.
Le bozze sul Quinto Conto e i decreti di incentivazione per la generazione di elettricità e di calore da FER così come state diffuse dai media metterebbero infatti in difficoltà ogni settore minandone lo sviluppo e la sicurezza. Se confermati infatti i decreti potrebbero bloccare le rinnovabili in modo traumatico. “Preoccupati per le ricadute economiche, sociali, ambientali, e anche del rischio di inadempienza del nostro paese nei confronti dell’Unione Europea, le Associazioni chiedono con urgenza al Governo, ai Ministri interessati e ai Gruppi parlamentari di aprire già a partire dalla prossima settimana un confronto trasparente, che consenta di progettare il futuro di un settore decisivo per lo sviluppo del paese” si legge nel comunicato stampa diffuso dagli organizzatori.
Clini: V Conto Energia, favorirà mini-impianti ed innovazione
(Rinnovabili.it) - Animi accesi e poche certezze. Questo il clima che si respira dopo le ultime indiscrezioni lanciate sul futuro del fotovoltaico italiano. E mentre il mondo associazionistico ritrova ancora una volta una posizione unica con cui rivolgersi al Governo e chiede l’istituzione al più presto di un tavolo di confronto, Corrado Clini si pronuncia per la prima volta dopo il caos mediatico scatenato delle fantomatiche bozze del “Quinto Conto Energia” e assicura “non c’è alcuna sorpresa in arrivo per il settore del fotovoltaico”. Il ministro dell’Ambiente ha ricordato in un comunicato stampa, rilasciato in queste ore, come la revisione del sistema incentivante sia stata prevista dal decreto del 2011 e come debba portare a una riduzione degli incentivi sulla base dei prezzi dei moduli fotovoltaici e tenendo conto dell’esigenza di non superare il limite stabilito di 7 miliardi l’anno.
La bozza – quella definitiva si intende – c’è e il decreto sarà pronto a breve, sottolinea Clini specificando che “gli incentivi dovranno riguardare gli impianti di piccole dimensioni per l’autoconsumo domestico e industriale, favorendo l’integrazione del solare con l’efficienza energetica e sostenendo l’innovazione tecnologica. In questo modo, gli incentivi rappresentano un forte fattore di crescita, che si accompagna agli effetti del credito di imposta (55%) e al successo del Fondo rotativo di Kyoto”. Lo schema tariffario del Quinto Conto Energia dovrà inoltre sostenere gli investimenti nelle zone industriali dismesse, con l’obiettivo di avviare un nuovo processo industrializzazione sostenibile in aree strategiche per il nostro sviluppo. “In ogni caso, sarà inclusa la copertura per gli investimenti già in corso”, tiene a precisare il Ministro “Oggi il contributo si avvicina ai 6 miliardi di euro l’anno, e le nuove regole sono preparate in anticipo rispetto alla scadenza, in modo da dare più tempo a consumatori e imprese”.
La revisione del FiT intrapresa dal Governo segue una linea strategica che vuole il sostegno alle green energy come strumento di crescita economica. “Per esempio, mentre pesano sulle bollette, al tempo stesso con un meccanismo opposto – sostiene il ministro – le fonti pulite di energia abbassano il costo del chilowattora e soprattutto riducono il fabbisogno di combustibili fossili, che sono d’importazione, con un vantaggio netto sulla bilancia dei pagamenti del Paese […] La promozione del fotovoltaico integrato con l’efficienza energetica nelle aree urbane è una componente del progetto nazionale per le smart cities e la diffusione della produzione distribuita di energia ad alta efficienza e basso impatto ambientale”.
29 marzo 2012
Il vetro solare che trasformerà i grattacieli in centrali elettriche
(Rinnovabili.it) – Uno dei più importanti team di ricerca della Oxford University, il laboratorio Oxford Photovoltaics (PV), ha recentemente presentato l’ultima innovativa sperimentazione di “vetro solare” che, se applicato alle facciate dei grattacieli, potrebbe addirittura garantire la copertura totale delle richieste energetiche tecnologiche e di illuminazione.
Si tratta di una soluzione innovativa che combina il colorante base delle celle fotovoltaiche a film sottile, con le applicazioni del vetro colorato fotosensibilizzato, consentendo simultaneamente di produrre energia. Questa tecnologia permetterebbe di realizzare superfici colorate di ogni tipo venendo incontro alle esigenze estetiche di architetti e costruttori, fornendo contemporaneamente, una soluzione flessibile per la produzione di energia solare.
“Grazie alla nostra sperimentazione possiamo stampare gli ossidi metallici che attivano il processo, il colorante ed i polimeri direttamente sul vetro” ha affermato Kevin Arthur capo esecutivo della società, “la luce solare reagisce direttamente con il colorante, creando una forma di correte elettrica che raccogliamo in due terminali, esattamente come accade per le batterie standard”.Per passare dalla fase sperimentale alla produzione servono però ulteriori fondi, che il team di ricercatori spera di riuscire a raccogliere grazie alla presentazione del prodotto oltreoceano nell’ambito del progetto del Regno Unito “Clean and Cool Mission”, aumentando i 3,5 mln di sterline attualmente a disposizione, con ulteriori finanziamenti per realizzare finalmente un progetto pilota completo. “Al momento siamo in grado di produrre celle solari da 10 per 10 cm, ma vogliamo passare ad una completa linea di produzione con pannelli di dimensioni superiori, per arrivare alla prima serie commercializzabile entro il secondo trimestre del 2013″.I vantaggi di questo nuovo “vetro solare” sono diversi, primo fra tutti il costo di produzione inferiore rispetto alle tradizionali tecnologie fotovoltaiche, che secondo le previsioni fatte dalla società potrebbe aggirarsi attorno ai 35 centesimi per watt. Inoltre il sistema consentirebbe di traformare qualsiasi facciata, anche di dimensioni elevate, in una fonte di energia. Tuttavia, una delle critiche più frequenti che è stata rivolta al prodotto, è legata all’inferiore livello di efficienza di conversione energetica del modulo fotovoltaico a film sottile alla base della sperimentazione, rispetto al più tradizionale silicio policristallino. A queste perplessità la società inglese ha risposto a suon di dati, assicurando che, nonostante valori di efficienza relativamente bassi, la copertura di grandi superfici con vetro solare, permetterebbe comunque di coprire interamente i consumi.
“Le cifre parlano – ha concluso Arthur – attualmente il 60% degli edifici ricoperto da vetro. Se la nostra tecnologia venisse estesa all’intero comparto, potremmo ottenere risultati incredibili, lo dimostrano le ricerche: da un grattacielo da 220 metri collocato ad esempio in Texas e ricoperto interamente con “vetro solare”, potremmo generare fino a 5,3 MWh al giorno, sufficienti ad esempio per alimentare 52.000 iPad, che se affiancato ad un’efficiente sistema di illuminazione al LED, renderebbe l’edificio praticamente indipendente”.
Messico: la raccolta differenziata? Ci pensa il barcode
(Rinnovabili.it) – In ogni nazione il problema dei rifiuti è una criticità da affrontare quotidianamente. Per risolvere la questione il Centro per la Ricerca Ottica (CIO) ha proposto un innovativo metodo di identificazione dei rifiuti inorganici: un’etichetta digitale da applicare sui prodotti in modo che siano facilmente individuabili e collocabili nel giusto cassonetto. Grazie, ad esempio, ad un codice a barre, ogni prodotto potrebbere essere classificato all’interno di un database che ne elencherà le caratteristiche, la composizione e il tipo di materiali impiegati.
Per completare il progetto, ha dichiarato l’ideatore dell’iniziativa, si potrà scegliere tra una vasta gamma di etichette e sistemi di individuazione che, ad esempio emettendo una frequenza radio prestabilita guideranno i sistemi di raccolta e smistamento automatizzato nel corretto posizionamento dei materiali.
Per far si che il progetto sia funzionale però sarà necessario adeguare le strutture di conferimento dei rifiuti inorganici, che dovranno essere in grado di leggere i dati racchiusi nei codici a barre o comunque nelle etichette elettroniche identificative garantendo così una raccolta differenziata davvero virtuosa. L’iniziativa, inoltre, ha un alto potenziale in termini di nuovi posti di lavoro e sarà vettore di una cultura della responsabilità che ancora manca alla popolazione. All’insegna del ricicolo e del riuso il progetto è stato finanziato dal Consiglio della Scienza e della Tecnologia dello stato del Guanajuato.
Il Giappone dopo il disastro
Una rete globale che mette in connessione i centri di ricerca di tutti i continenti con le più diverse eccellenze, dalle competenze scientifiche a quelle sociali, antropologiche economiche e umanistiche. È quanto è riuscita a fare la Scienza della Sostenibilità, una disciplina nata poco più di una decina di anni fa per affrontare i problemi complessi che minacciano la sostenibilità stessa del pianeta e che è stata protagonista, ieri, all’incontro organizzato dal Centro Interuniversitario di Ricerca Per lo Sviluppo sostenibile (CIRPS) “La Scienza della Sostenibilità per la ricostruzione delle aree del Giappone Orientale”, colpite dal sisma nel marzo dell’anno scorso e coinvolte nell’incidente nucleare di Fukushima.
L’evento si inserisce nell’ambito della nascita della International Society for Sustainability Science (ISSS), la società internazionale che si è costituita proprio qualche settimana fa a Tempe, in Arizona, per promuovere l’integrazione e la cooperazione tra differenti campi accademici e sostenere la costruzione di una società sostenibile. Ospite d’onore all’incontro di ieri, il Prof. Kazuhiko Takeuchi, Vice Rettore della United Nations University, Deputy Executive Director dell’Integrated Research System for Sustainability Science (IR3S) dell’Università di Tokyo, nonché padre fondatore della ISSS.
“Armonia” è il termine pronunciato più volte da Takeuchi, la parola chiave con cui si dovrebbe pensare alla ricostruzione post sisma e post incidente nucleare, un’operazione che rappresenta per il Giappone un’onere di grande entità, ma al tempo stesso anche una grande opportunità. L’obiettivo è infatti quello di trovare soluzioni a lungo termine capaci di riconvertire tutta una serie di logiche politiche, economiche ed energetiche che fino ad oggi si erano sorrette su fondamenta destinate all’esaurimento. L’attuale modello energetico-ambientale, infatti, è insostenibile, non solo in Giappone, ma anche nel resto del mondo. Dei 13,5 miliardi di TEP all’anno di energia consumata a livello globale, ben 11,8 provengono da fonti fossili e solo 1,7 da rinnovabili, con conseguenze che non è difficile stimare: elevate emissioni di gas serra a livello globale e ripercussioni che l’impatto ambientale provoca anche a livello locale. La Scienza della Sostenibilità ha raccolto la sfida e si muove per capire i legami tra i sistemi globali, sociali e umani e i rischi concomitanti per il benessere umano e la sicurezza.Takeuchi ha ripercorso i momenti di quel terribile 11 marzo 2011, il giorno in cui un terremoto ha provocato uno tsunami, causa a sua volta dell’incidente al reattore nucleare. Coinvolta a lungo termine negli sforzi per risolvere i problemi globali, la Scienza della Sostenibilità è stata dunque chiamata ad affrontare con urgenza la ricostruzione dopo il disastro. Quello che la comunità giapponese sta cercando di fare è creare una società “resiliente”, capace di rispondere cioè a qualsiasi calamità o conseguenza del cambiamento climatico, e “sostenibile”, una società che soddisfa le esigenze delle presente, senza compromettere quelle delle generazioni future.L’uso dell’energia nucleare, a seguito dell’incidente, è stato ovviamente riconsiderato, mentre è stato dato un forte imput alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che il governo sta pensando di incentivare con sistemi di feed in tariff. I cambiamenti normativi in atto stanno prendendo in considerazione la possibilità di costruire mega impianti solari sui terreni agricoli abbandonati e di sfruttare l’enorme potenziale geotermico dell’isola. Intanto l’agenzia nucleare istituita sotto il ministero dell’ambiente giapponese sta procedendo al trattamento dei rifiuti radioattivi.«Raggiungere il giusto equilibrio – ha commentato il Direttore del CIRPS, Vincenzo Naso, anch’egli intervenuto all’incontro – è probabilmente la maggiore sfida che ha oggi di fronte la società globale». E sarà una sfida che guarderà alle rinnovabili come strumento di rinascita.
Le oscure vicende del Quinto Conto Energia
Andando ad approfondire il tema sulle energie rinnovabili e in particolare sul Quinto Conto Energia mi sono soffermato su alcuni articoli interessanti..
Pochi giorni fa è stata messa in circolazione una bozza relativa all’ ipotetico nuovo sistema incentivante per gli impianti fotovoltaici. Questo documento, che aveva l’intestazione del Ministero dello Sviluppo Economico, sancirebbe la fine anticipata dell’attuale sistema tariffario, introducendo dal 1 Luglio 2012 il cosiddetto Quinto Conto Energia. L’intero settore delle rinnovabili fotovoltaiche ha rivissuto cosi le esperienze di un anno fa quando, la fine anticipata del Terzo Conto Energia lasciò il posto al Quarto. I dubbi sulla autenticità di questa bozza sono emersi da subito, infatti sembra che questa bozza sia stata creata dal computer di un'analista del ENEL ma la smentita arriva puntualmente. La vicenda è stata anche oggetto di un’interrogazione parlamentare, In particolare Francesco Ferrante, senatore del Pd, ha fatto notare: “La bozza sta provocando una sensibile e fondata agitazione tra gli operatori, perché si configurerebbe l’ennesimo attacco al settore del fotovoltaico. Il solo sospetto che vi possa essere una influenza esterna nella stesura del documento non può che accrescere lo stato di tensione nel settore.”Resta il fatto che tutta questa vicenda in pochi giorni è stata capace di rallentare nuovamente gli investimenti su impianti fotovoltaici di grandi dimensioni.Immediata infatti la reazione del sistema bancario, che ha congelato le già poche richieste di finanziamento accettate. Che il Governo stia lavorando ad una rimodulazione degli incentivi è chiaro, ma quello che non è certo, è quando questo taglio sarà effettuato.
27 marzo 2012
Per la Green Economy +30% nel 2011 solo da fotovoltaico, eolico e biocarburanti
© Irena Jancauskiene | Dreamstime.com
La Green Economy continua a correre, nonostante la crisi. Ma quanto corre in realtà? Qual è il valore delle energie alternative oggi e quale potrebbe essere domani? Ebbene, nell'ultimo anno trascorso, solare fotovoltaico più energia eolica più biocombustibili hanno messo a segno insieme a livello mondiale una crescita che supera il 30% in valore.
Dal 2010 al 2011 il fatturato di queste tre energie pulite è schizzato da 188,1 miliardi di dollari a 246,1. E 246 miliardi di dollari sono più o meno il Pil di uno stato come il Portogallo. Un bel risultato.
A sfornare questi dati è il rapporto 2012 appena pubblicato dalla CleanEdge, società statunitense che da più di un decennio studia questo settore e lo fa puntando proprio sull'aspetto
Dal 2010 al 2011 il fatturato di queste tre energie pulite è schizzato da 188,1 miliardi di dollari a 246,1. E 246 miliardi di dollari sono più o meno il Pil di uno stato come il Portogallo. Un bel risultato.
A sfornare questi dati è il rapporto 2012 appena pubblicato dalla CleanEdge, società statunitense che da più di un decennio studia questo settore e lo fa puntando proprio sull'aspetto
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